Body shaming: cosa significa e cosa fare
Per la nostra rubrica glossario oggi desideriamo affrontare l’espressione inglese “body shaming”.
Body shaming: cosa significa?
Si intende l’atto di deridere una persona per il suo aspetto.
E’ uno scorretto tentativo di discriminare, umiliare o colpevolizzare facendo leva su dettagli dell’aspetto dissimili rispetto al presunto canone estetico. I dettagli su cui basare “l’accusa” possono essere svariati: l’adipe o l’eccessiva magrezza, il taglio dei capelli o il modo di vestire. Spesso queste forme discriminatorie si basano sulla superstizione o il preconcetto.
L’argomento degli stigmi è già stato trattato nel nostro articolo “dimagrire in salute” dove si è discusso da dove nasca la stigmatizzazione delle persone obese.
Uno studio dell’università di Padova, dipartimento di psicologia applicativa titola: “Lo stigma, discriminazioni socialmente trasmissibili” il cui titolo evoca quanto questa forma di discriminazione possa dilagare socialmente attraverso meccanismi di diffusione subdoli.
Lo studio in questione prende ad esempio le discriminazione rivolte a persone affette da una patologia, non direttamente trasmissibile, che subiscono comunque una forma di isolamento sociale.
Il body shaming serpeggia nel web, ma come riferiscono gli esperti ci sono dei modi di combatterlo: ridimensionare la fonte da cui arriva la critica, prendersi cura di sè, non confondere col valore personale l’aspetto criticato.
Cosa fare contro il Body Shaming?
La reazione è senza dubbio molto personale, ma alcune azioni possono migliorare la condizione di chi subisce questi vergognosi atti.
Azioni utili per evitare di farsi sopraffare dal body shaming sono:
- condividere con personale specializzato il disagio per gli attacchi;
- condividere la propria scala di valori con chi ci può ascoltare davvero;
- Dare valore alla parole;
- Pensare che chi ci attacca sta scaricando le sue personali frustrazioni e non interiorizzarle.
Body positive come forma di contrasto
Il body positive rappresenta una forma di contrapposizione:
Cito dall’accademia della crusca: “body shaming, forma sostantivata del verbo to shame, identico a shame ‘vergogna’, che sfrutta la straordinaria elasticità di questa lingua nel consentire allo stesso termine di figurare virtualmente in qualsiasi classe di parole. Questa possibilità è spesso maggiore nelle lingue dette “a morfologia isolante”, cioè quelle in cui le parole si modificano pochissimo o per niente, come l’inglese e, ancor più, il cinese mandarino o il vietnamita. Ad esempio, l’inglese presenta in tutto il paradigma di un verbo regolare una manciata di forme (connect – connects – connected – connecting), neanche paragonabile alla complessità morfologica esibita da altre lingue, compreso l’italiano. In compenso, l’inglese può “piegare” le sue parole a svolgere molte più funzioni.
Questo fenomeno si chiama conversione, ed è in virtù di esso che in inglese shame non è solo il sostantivo che significa ‘vergogna’, ma anche il verbo (to shame) che significa ‘generare vergogna’, quindi ‘far vergognare’, ‘umiliare’.”
Un augurio alle donne per il prossimo 8 marzo di serenità e speranza!