Il giardino stile orientale: storia e caratteristiche
Il giardino cinese
Carattere principale del giardino cinese è la ricerca dell’armonia nelle forme degli alberi e nei colori.
I giardini imperiali cinesi rappresentano la concezione artistica dell’architettura antica cinese. In essi trovano posto pagode, templi, laghi, rocce e collinette.
I più famosi giardini della Cina sono: il giardino di Yunyuan, il giardino dell’Amministratore Umile, il giardino Lingering a Suzhou, il Palazzo d’Estate di Chengde, il Palazzo d’Estate, Norbulingka.
Il giardino di Yunyuan a Shanghai fu il giardino dei funzionari imperiali sotto la dinastia Ming (1368-1644).
Il giardino dell’Amministratore Umile, di epoca Ming, si trova a Suzhou. In esso trovano posto rocce, antichi alberi, collinette, laghi e costruzioni che si specchiano nell’acqua.
Il giardino Lingering di Suzhou è la realizzazione più famosa per la quantità di edifici che contiene e vuole rappresentare paesaggi diversi.
Il Palazzo d’Estate di Chengde, 200 km a ovest di Pechino, è il più vasto dei giardini imperiali. Comprende un palazzo, un lago, sullo sfondo di montagne e pianura e conserva al suo interno moltissimi oggetti di epoca imperiale.
Il Palazzo d’Estate, nella zona nord di Pechino, con i suoi padiglioni, ponti, laghi, rappresenta l’ideale cinese dell’armonia fra l’uomo e la natura. Il lago Kunming occupa un terzo del terreno ed offre una piacevole frescura poco lontano dalla città. Fu utilizzato infatti dalla dinastia Qing quale gradevole soggiorno per allontanarsi dalla calura della Città Proibita.
Costruito nel 1750 per volontà dell’imperatore Qianlgong, nel 1860, all’epoca della guerra dell’oppio, fu in parte distrutto. Nel 1886 venne ricostruito e divenne la residenza estiva dell’imperatrice vedova Cixi che spese per la ricostruzione e l’ampliamento 30 milioni di tael d’argento (circa 900 tonnellate) originariamente destinati alla flotta imperiale.
Il giardino di Norbulingka si trova a Lhasa ed è una fra le più belle architetture del Tibet.
Il giardino giapponese
Dalla filosofia cinese del giardino quale armonia tra l’uomo e la natura, deriva la concezione del giardino giapponese.
Il giardino cinese presentava caratteristiche precise: un laghetto con isole e una montagnetta artificiale. Per comprendere questa concezione bisogna rifarsi all’influenza taoista, per la quale secondo un’antica leggenda, un tempo sarebbero esistite, al largo delle coste cinesi, isole montagnose tra loro collegate per mezzo di gigantesche tartarughe e abitate da immortali.
Con l’avvento del buddismo il culto della montagna venne rafforzato. L’universo è centrato sulla vetta del monte Sumeru,circondato da monti e oceani.
Nel periodo Heian (794-1185) così chiamato dal nome dell’antica capitale dell’epoca, Heian-kyo, (l’attuale Kyoto)sorsero lussuosi giardini imperiali a Kyoto.
Questi giardini avevano caratteristiche precise: vi era sempre presente un lago alimentato da un ruscello e un’isola era collegata al lago mediante ponti di legno.
Nel periodo seguente, il periodo Kamakura (1185-1338) e nel periodo Muromachi(1338-1573) il giardino diventa secco, piatto e la vegetazione è praticamente assente.
Con l’avvento del buddismo Zen, si assiste ad un cambiamento drastico e davvero notevole.
I monaci buddisti realizzano presso i loro templi giardini che figurano l’universo buddista. La rappresentazione più significativa di questa concezione è il giardino del Kinkaku-ji (padiglione d’oro) che fu costruito dallo shogun Ashikaga nel 1397, nei pressi di Kyoto, a testimonianza del suo potere.
Un altro giardino rappresentativo di questa concezione è il Ginkaku-ji (padiglione d’argento). In questo giardino, due secoli più tardi, venne inserita una realizzazione molto particolare che si presenta come una distesa di sabbia rastrellata con un tronco di cono pure in sabbia.
In seguito altre realizzazioni preluderanno allo stile Karensansui, cioè il paesaggio secco di rocce e sabbia.
Il periodo Momoyama (1573-1603) si evidenzia particolarmente quale evoluzione della cerimonia del tè, bevanda che teneva la mente sveglia e perciò favoriva la meditazione.
Questa moda della “cerimonia del tè” favorì anche il concetto di un nuovo tipo di giardino: il “giardino del tè” Testimonianze di questo stile rimangono ancora oggi nei giardini del tè delle scuole di Omote Senke e Ura Senke di Kyoto.
Il giardino di Sento Kyoto
Il giardino del Sento Gosho, vicino al palazzo imperiale nel centro di Kyoto e quello della villa imperiale di Katsura sono un esempio rappresentativo dei giardini o parchi fatti costruire nel periodo Edo (1603-1867). Fu quello un periodo di relativa stabilità politica. In questi giardini si trovano laghi, ponti e padiglioni e le tipiche vasche in pietra come pure le lanterne in pietra che sono tutti elementi caratteristici e ricorrenti nel giardino giapponese. Singolari e caratteristici sono i ponti in pietra, spesso realizzati con una sola lastra di granito gettata sopra l’acqua ad unire le due sponde.
La concezione del giardino giapponese si differenzia dalla concezione occidentale di giardino perché la natura è intesa non quale elemento da dominare, ma come un insieme armonioso cui accostarsi alla ricerca di spiritualità
Le variazioni stagionali sono evidenziate non solo mediante l’uso delle fioriture progressive, ma anche con l’alternanza di colore delle foglie, delle piante sempreverdi e di quelle a foglia caduca.
Anche le forme degli alberi, apparentemente spontanee e naturali in realtà sono opera di precisi interventi per realizzare un ideale estetico.