Isolamento sociale da pandemia Covid-19
Come ridurre i rischi per la salute dovuti allo stress da isolamento
Introduzione
Numerosi studi scientifici evidenziano che l’isolamento sociale prolungato ha una ricaduta importante sulla salute fisica e mentale.
L’aspetto veramente nocivo enfatizzato dall’isolamento è la percezione di solitudine che innesca vissuti di vuoto, abbandono, e desolazione. (1) L’isolamento è, dunque, potenzialmente un fattore stressogeno che attiva reazioni psico-neuro-endrocrino- immunologiche misurabili con esami clinici di laboratorio.
Lo stress, quindi, è un fenomeno che coinvolge mente e corpo e gli studi che ne derivano sono un importante contributo in campo psicosomatico.
Nella seconda parte dell’articolo propongo alcune indicazioni che possono aiutare a ridurre il livello di stress e quindi il rischio di sviluppare disturbi psichici e somatici.
Consiglio caldamente di rivolgersi ad un medico o ad uno psicologo se ci sono difficoltà a reagire allo stress da isolamento sociale.
I rischi per la salute dell’isolamento sociale
Secondo una ricerca di Julianne Holt-Lunstad, professoressa di psicologia e neuroscienze presso la Brigham Young University, la mancanza di connessione sociale aumenta i rischi per la salute quanto il fumo di 15 sigarette al giorno o il consumo di alcol. Ha scoperto, inoltre, che la solitudine e l’isolamento sociale sono due volte più dannosi per la salute fisica e mentale dell’obesità.
“Esistono solide prove del fatto che l’isolamento sociale e la solitudine aumentano in modo significativo il rischio di mortalità prematura e che l’entità del rischio supera quella di molti importanti indicatori sanitari”, afferma HoltLunstad. (2)
Hawkley L.C. e Capitanio J.P., da una revisione delle ricerche sull’argomento, sottolineano l’evidenza che collega l’isolamento sociale percepito con conseguenze avverse per la salute tra cui depressione, scarsa qualità del sonno, compromissione della memoria, dell’attenzione e del ragionamento, declino cognitivo accelerato, difficoltà cardiovascolare e diminuzione dell’attività del sistema immunitario a qualsiasi età. (3)
Inoltre, uno studio del 2019 condotto da Kassandra Alcaraz, una ricercatrice dell’American Cancer Society, ha analizzato i dati di oltre 580.000 adulti e ha scoperto che l’isolamento sociale aumenta il rischio di morte prematura.
Alcaraz afferma che “La nostra ricerca dimostra davvero che l’entità del rischio presentato dall’isolamento sociale è molto simile all’entità dell’obesità, del fumo, della mancanza di accesso alle cure e dell’inattività fisica “. Nello studio, i ricercatori hanno valutato diverse misure standard di isolamento sociale, incluso lo stato civile, la frequenza delle presenze al servizio religioso, gli incontri nelle associazioni, le attività di gruppo e il numero di amici intimi o parenti. (4)
Uno studio del 2016 condotto dall’epidemiologa dell’Università di Newcastle, Nicole Valtorta, ha collegato la solitudine a un aumento del 30% del rischio di infarto o dello sviluppo di malattie coronariche. Valtorta nota che il rischio più elevato di un individuo solo in cattiva salute deriva probabilmente da diversi fattori combinati: comportamentale, biologico e psicologico.
“In mancanza di incoraggiamento da parte della famiglia o degli amici, coloro che sono soli possono scivolare in abitudini malsane”, afferma Valtorta. “Inoltre, è stato scoperto che la solitudine aumenta i livelli di stress, impedisce il sonno e, a sua volta, danneggia il corpo. La solitudine può anche aumentare la depressione o l’ansia.”(5)
Uno studio del 2015 condotto da Steven Cole, professore di medicina all’Università della California, a Los Angeles, fornisce ulteriori indizi sul perché la solitudine può danneggiare la salute generale. Nella sua ricerca ha esaminato le espressioni geniche nei leucociti, globuli bianchi che svolgono un ruolo chiave nella risposta del sistema immunitario alle infezioni. Ha scoperto che i leucociti delle persone che vivono in isolamento sociale, mostrano una maggiore espressione dei geni coinvolti nell’infiammazione e una ridotta espressione dei geni coinvolti nelle risposte antivirali. (6)
Ciò significa che nell’isolamento sociale mente e corpo reagiscono con un processo infiammatorio come ad un qualsiasi altro evento stressante.
La solitudine, a quanto pare, può portare a segnali di stress a lungo termine, innescando reazioni di attacco/fuga, che influiscono negativamente sul funzionamento del sistema immunitario.
Queste reazioni che nel mondo animale sono prevalentemente motorie, nell’Uomo assumono un aspetto psicologico. L’attacco può manifestarsi con la rabbia e la fuga con la paura o la negazione dei fatti che si stanno svolgendo.
Inoltre come tutte le situazioni stressanti, l’isolamento sociale, enfatizza le modalità personali di reagire allo stress. Ad esempio chi soffre di depressione tenderà a deprimersi ancora di più, chi ha la fobia delle malattie diventerà ancora più fobico, ecc.
Come ridurre il rischio di disfunzioni psichiche e somatiche
Lo scopo è trasformare lo stress negativo in positivo e per fare questo è possibile rifarsi agli studi sull’argomento che ormai hanno quasi un secolo di storia.
Il presupposto di partenza è che il livello di gravità e negatività dello stress è soggettivo e ognuno ha delle capacità differenti di reagirvi e di trasformarlo in un’esperienza di crescita. (7-8)
Per non essere sopraffatti dall’isolamento sociale si può agire sia sul versante psicologico sia su quello somatico e in entrambi casi è importante mantenere un’attitudine attiva.
A livello mentale lo stress buono è definito come una discrepanza positiva tra la percezione e i desideri. (9)
Quick ha identificato lo stress positivo come “una risposta allo stress con risultati sani, positivi, costruttivi”, e questo attiva una risposta del corpo positiva e di benessere. (10)
Per esempio “mi piacerebbe finire il libro che avevo iniziato a leggere” o “il lavoro in giardino che avevo in programma di portare a termine”, ecc.
Un elemento molto importante è mantenersi impegnati in qualche attività fisica o mentale il più possibile coinvolgente.
Affinché lo stress sia positivo, lo scopo da raggiungere oltre ad essere coinvolgente dovrebbe avere un livello di difficoltà medio/basso altrimenti subentra la frustrazione e quindi lo stress negativo.
Bisogna considerare che un compito difficoltoso si può suddividere in sotto attività più semplici da svolgere.
Da qui discende che è molto importante avere una programmazione delle attività e dei risultati tangibili e soddisfacenti.
Ovviamente è molto importante mantenere i contatti con persone affettivamente importanti attraverso chiamate e videochiamate. Anche gli affetti positivi sono un antidoto allo stress negativo.
Altro fattore fondamentale è ridurre al minimo (1/2 volte al giorno) la ricezione di notizie sull’epidemia in atto e selezionare le fonti facendo riferimento solo a quelle istituzionali o di enti importanti.
L’alimentazione sana e nutriente su cui si possono trovare una quantità enorme di notizie sul web, è alla base di un buon funzionamento di organi ed apparati, facilita le facoltà mentali e il sonno riposante.
Gli stessi effetti dell’alimentazione sono dati dal movimento fisico che integra e completa la nutrizione sana. Anche su questo si trovano tantissime informazioni su internet per qualsiasi livello di attività fisica e senza l’utilizzo di pesi o attrezzi.
Sottolineo nuovamente che è importante rivolgersi ad un medico o ad uno psicologo se ci sono difficoltà a reagire allo stress da isolamento sociale per evitare rischi per la salute fisica e mentale.
Bibliografia
- Gierveld, J., et al (2006), Loneliness and Social Isolation, Cambridge Handbook of Personal Relationships
- Holt-Lunstad J. et al, (2015), Loneliness and Social Isolation as Risk Factors for Mortality: A Meta-Analytic Review, Perspectives on Psychological Science 2015, Vol. 10(2) 227–237
- Hawkley L.C., Capitanio J.P, (2015), Perceived social isolation, evolutionary fitness and health outcomes: a lifespan approach, Philosophical Transactions of the Royal Society B, Vol. 370, No. 1669.
- Alcaraz I. K. et al., (2018), Social Isolation and Mortality in US Black and White Men and Women, American Journal of Epidemiology, Vol. 188, No. 1.
- Valtorta N.K. et al. (2016), Loneliness and social isolation as risk factors for coronary heart disease and stroke: systematic review and meta-analysis of longitudinal observational studies, Heart;102:1009– 1016.
- Cole S.W., et al (2015), Myeloid differentiation architecture of leukocyte transcriptome dynamics in perceived social isolation, Proceedings of the National Academy of Sciences, Dec 2015, 112 (49) 15142-15147, Vol. 112, N. 49.
- Selye H. (1956), The Stress of Life, McGraw-Hill Education.
- Selye, H., (1974), Stress without distress. Philadelphia, P.A., J.B. Lippincott, Co.
- Edwards, J.R. and Cooper C.L., (1988), The impacts of positive psychological states on physical health: a review and theoretical framework. Social Science and Medicine, 27: 1447-1459.
- Quick, J.C., et. al, (1997), Preventive stress management in organizations. Washington, DC., American Psychological Association.
Riferimenti
Gianpaolo Ragusa, psicologo, psicosomatologo. (gianpaolo.ragusa@gmail.com)
Mi occupo di supporto psicologico individuale con adulti (di persona e online) e di sostegno psicologico di coppia. Svolgo attività di formazione professionale per avvocati, educatori e assistenti sociali e di formazione alla cittadinanza a scopo preventivo, divulgativo e informativo.