Secondo quale logica possiamo utilizzare un fiore di Bach?
Il loro reale utilizzo è tutt’altro che semplice e intuitivo come potrebbe sembrare invece ad un primo impatto: il Fiore offre la possibilità di interloquire sul piano della parola laddove rappresenta un’emozione conscia per la persona, ma anche direttamente con il corpo quando incarna invece una sfumatura emozionale più complessa e a noi meno conosciuta.
Per questo motivo è molto interessante lavorare coi Fiori di Bach secondo il modello della Psicosomatica Integrata™, in quanto può permettere di scoprire che dietro agli stati d’animo di cui si è consapevoli, ci possono essere sfumature emozionali più precise, anche inaspettate, consentendo una presa di consapevolezza maggiore di quello che stiamo in realtà emotivamente vivendo.
Non sempre, ad esempio, se la persona esprime verbalmente di avere paura dobbiamo necessariamente consigliare un Fiore che appartenga alla categoria “Paura” individuata da Bach.
Esemplificativo il caso di un paziente che portò in seduta una forte paura per alcuni aspetti del suo futuro, per un avvenimento che doveva affrontare.
La sua aspettativa era di poter trarre beneficio da uno dei numerosi Fiori per fronteggiare le paure;
attraverso dei test specifici sul corpo (vedi approfondimento), scoprimmo invece insieme che aveva più bisogno di un Fiore per le “emergenze”, che lo aiutasse a resistere saldo e fiducioso alla fatica che comporta il confrontarsi con il cambiamento. In questo esempio la “risposta” del corpo ha aperto la prospettiva della necessità di lavorare più sulla resistenza e centratura di sé che sulla paura.
L’invito, dunque, che desidero rivolgere sia alle persone che utilizzano comunemente il “fai da te” dopo aver letto dei libri, quanto ai colleghi e operatori del settore (naturopati, psicologi, erboristi, farmacisti..) a cui frequentemente le persone si rivolgono per chiedere consigli su quale Fiore di Bach utilizzare per un dato sintomo, è quello di provare ad andare oltre la superficie rappresentata dalle parole o da quello che sentiamo di provare a livello più conscio.
Di considerare che possa esserci comunque un “sommerso emozionale”, spesso legato al corpo, altrettanto o maggiormente significativo della parola conscia.
Secondo questa prospettiva, quindi, l’utilizzo dei Fiori di Bach acquisisce un’efficacia considerevole ed è prescritto correttamente, quando questi diventano capaci di guidare ognuno di noi a percepire il proprio nucleo emozionale più profondo, cogliendone sfumature inesplorate e rendendoci maggiormente consapevoli del nostro sentire.
Per questo motivo la somministrazione del Fiore dovrebbe essere legata al necessario spazio di ascolto emotivo, alla relazione che si instaura tra la persona che si trova in una situazione di difficoltà psicologica e colui che cura e, secondo il mio modello di formazione in Psicosomatica, ai test che si possono effettuare attraverso il corpo che sono in grado di fornire indicazioni assai più precise e personali.