EYWA skincare per la giornata mondiale della donna rurale
In questo articolo vogliamo celebrare la giornata mondiale delle donne rurali e scoprire 4 motivi per provare la linea Eywa Skincare.
Eywa nasce in un contesto rurale
Proprio in un contesto rurale africano, nel 2012, nasce un progetto che coinvolge le donne di alcuni villaggi in Burkina Faso. Il progetto riguarda inizialmente la produzione di saponi. Nel tempo i rapporti consolidati hanno permesso di proseguire la collaborazione. Nasce così la produzione di oli vegetali rari in Europa come olio di Moringa o di Dattero del deserto, ma anche oli di Argan e Baobab. Negli anni tale progetto si sviluppa e nasce una linea a nome Eywa skincare, prende vita Eywa, una società benefit.
Oggi Eywa skincare è una linea di prodotti cosmetici sofisticati e di classe, una linea che concilia il business e l’attenzione all’impatto ambientale e sociale.
Eywa skincare: 4 motivi per provarlo
Procediamo per gradi e vediamo le caratteristiche di Eywa skincare:
- Classe: si tratta di prodotti studiati con cura, pregiati e raffinati. Contano sulla naturalità e sulla delicatezza delle formulazioni.
- Qualità: materie prime Ecocert sapientemente miscelate con preziosi oli da piante africane lavorati con gli standard di qualità europei.
- Cuore delle donne africane: le donne africane, archetipo delle donne rurali, hanno la possibilità di apprendere una professione, coltivarla e guadagnare l’indipendenza per sé e per la prole grazie ad un compenso equo.
- Ambiente: il packaging della linea Eywa skincare è interamente realizzato in base al principio di sostenibilità ambientale. La bioplastica è biocompostabile, i tappi in legno e i tubetti in alluminio ricilabile.
Da questo breve riassunto delle caratteristiche salienti di Eywa skincare emerge la filosofia dell’imprenditore che l’ha ideata: Luca Malaspina. Nella nostra videointervista spicca il pensiero rivolto al prossimo e al mondo che ci circonda.
Alcune considerazioni e un Nobel
L’acquisto di prodotti si provenienza fairtrade viene spesso vissuto come una forma di oblazione, di sussidio. Niente di più sbagliato, basti considerare che il mercato africano è cresciuto tantissimo e vi sono numerosi progetti di sviluppo che arrivano ad esser quotati in borsa.
Tra le numerose start up quotate, una in particolare sostiene il diritto di proprietà, un problema molto sentito nelle aree rurali. “Forse il 90% della terra rurale in Africa non è formalmente documentato. Solo il 4% dei paesi africani ha mappato e intitolato i terreni privati nelle capitali”, si legge in un Articolo del 12 settembre u.s. in The Economist.
“Tutti i paesi ricchi e democratici hanno diritti di proprietà sicuri, consentendo ai proprietari di acquistare, vendere, suddividere e garantire i propri beni. Molti paesi poveri hanno cercato di costruire qualcosa di simile, di solito a partire da un registro formale della proprietà terriera.”
Si tratta di un mondo in cui coesiste ricerca avanzata con startup di altissimo livello e guerre devastanti che coinvolgono la popolazione civile, paesaggi rurali e metropoli internazionali.
Quale migliore occasione per celebrare la giornata mondiale della donna rurale a pochi giorni dal premio Nobel al programma alimentare mondiale, World Food Programme in inglese (WFP)? Si tratta di un’agenzia dell’ONU che si occupa di promuovere la sicurezza alimentare nel mondo. Si occupa di garantire che le popolazioni abbiano cibo a sufficienza e, che la mancanza di cibo non sia sfruttata come un’ arma di guerra.
Buona visione del video.
Visita: https://eywanature.com/
Immagine interna: donne che portano acqua in Tanzania di Photographer RM
Immagine interna: Città del Capo in Sud Africa, di Becker Stefan