Oli per la pelle e idratazione cutanea: informazioni utili
Quando acquistiamo materie prime cosmetiche la differenza è data dai dettagli, lo scopo è raggiungere nutrimento ed emollienza e di conseguenza idratazione della pelle.
Gli oli vegetali possono subire numerosi processi prima di arrivare ad esser la materia prima che utilizzeremo. Scopriamo insieme di cosa si tratta.
Perchè utilizzare oli per la pelle?
Perchè gli oli contribuiscono a mantenere una corretta idratazione ed inoltre, entrano nella composizione delle strutture cutanee. Gli oli rappresentano il primo cosmetico nella storia. Una premessa fondamentale per descrivere l’azione degli oli è l’argomento riguardante l’idratazione cutanea.
L’idratazione cutanea è una delle caratteristiche principali per una pelle sana e gli oli contribuiscono al mantenimento dell’idratazione cutanea.
Cosa si intende per idratazione cutanea
Perchè è così importante l’idtatazione della cute?
Primo perchè senza acqua la cute non funzionerebbe a dovere. Numerose molecole contenute nel derma ed epidermide infatti hanno bisogno di acqua, ad es. l’acido jaluronico, l’elastina, il collagene per nominarne alcune.
L’acqua inoltre è fondamentale per far funzionare gli enzimi che regolano le caratteristiche cutanee. Senza acqua gli enzimi non funzionerebbero e così si accumulerebbero tante molecole di scarto. Il sebo, costituito principalmente da grassi, ad esempio, sulla superficie cutanea subisce delle idrolisi ad opera di enzimi.
Grazie a tali enzimi una parte del sebo, ed i trigliceridi che lo compongono, viene idrolizzato in acidi grassi e glicerina.
Queste idrolisi permetterebbero la formazione di acidi grassi che contribuiscono a mantenere equilibrata l’acidità della pelle e di glicerina che ha azione umettante e trattiene acqua nello strato corneo.
Da dove arriva l’acqua nelle pelle e come si muove
L’idratazione è un elemento multifattoriale: una parte dell’acqua giunge all’epidermide per diffusione dalla giunzione dermo-epidermica. Il derma infatti è irrorato da vasi e capillari che lasciano permeare acqua e quest’acqua si diffonde nel derma ed in parte nell’epidermide.
Dagli strati profondi dell’epidermide l’acqua diffonde verso la superficie. Gli strati profondi dell’epidermide infatti contengono circa il 65% di acqua, mentre la superficie dell’epidermide presenta solo il 10-35% di acqua. Sulla superficie cutanea avviene uno scambio con l’esterno denominato trans epidermal water loss (TEWL).
Per cercare di trattenere acqua nella pelle le strategie sono:
- l’azione umettante di cui si parlava poco fa, attuata da molecole come la glicerina dell’esempio precedente.
- l’azione occlusiva, ad opera degli oli minerali, l’acqua viene trattenuta sugli strati superficiali della pelle.
- azione emolliente, infatti anche gli oli vegetali contribuiscono all’idratazione perchè migliorano la water Holding Capacity grazie al loro effetto semi-occlusivo e contribuiscono a trattenere acqua nella pelle.
Quali oli utilizzare come materie prime cosmetiche e come si ottengono
Gli oli utilizzati in cosmesi sono molto numerosi. Si distinguono per la proprietà fondamentale di trattenere acqua nella pelle. Mi spiace per i naturalisti, ma la miglior performance nel trattenere acqua nella pelle è data dalla vaselina! La mia pelle risponde bene al mondo del naturale, ma non è detto che il naturale offra le migliori performance e neppure che sia il più sicuro degli approcci possibili. Ecco i dati scientifici:
Table 3. Mean values and standard deviations of TEWL values obtained previous to treatment and 30-min post treatment for all applied substances
Applied substance | TEWL values (g hm−2) | Significanc P | |
---|---|---|---|
Previous to treatment | 30-min post treatment | ||
Jojoba oil | 11.82 ± 2.18 | 11.82 ± 2.68 | >0.05 |
Soybean oil | 10.78 ± 2.03 | 9.88 ± 2.06 | <0.05 |
Avocado oil | 11.70 ± 1.61 | 9.93 ± 2.22 | <0.05 |
Paraffin oil | 11.95 ± 1.54 | 10.70 ± 1.78 | <0.05 |
Almond oil | 11.82 ± 1.35 | 10.67 ± 1.54 | <0.05 |
Petrolatum | 10.95 ± 2.1 | 5.08 ± 1.78 | <0.05 |
Nella tabella si può notare come variano i valori di TEWL dopo 30 minuti dall’applicazione di diverse sostanze, la bilancia pende nettamente a favore della vaselina.
Secondo uno studio pubblicato sull’Int. Jou. of Mol. Scie. nel 2017 firmato da Zhong e Santiago, inoltre, alcuni oli hanno spiccate capacità di riparazione della barriera cutanea e proprietà anti-infiammatorie se applicati per via topica e sono:
olio di girasole, olio di Jojoba, olio di cocco, olio di borragine, olio di avena e di soja, per altri oli gli studi proseguono.
Come si ottengono gli oli vegetali e quali processi subiscono?
Alcuni oli si ottengono per spremitura a freddo, altri per estrazione in altri oli o solventi. Quello che fa la differenza però sono i processi a valle dell’estrazione dell’olio.
1. Per spremitura o per estrazione con solvente (esano)
NB Gli oli a certificazione biologica possono essere solo provenienti da pressione meccanica, a freddo o a caldo, ma non per estrazione con solvente organico. Gli oli spremuti a freddo in genere sono pronti al consumo alimentare salvo filtrazione e deceraggio ove dovessero servire.
2. Depurazione per filtrazione o sedimentazione/centrifugazione e degommaggio
Attraverso filtrazione e centrifugazione si eliminano eventuali frammenti di vegetali, acqua, tracce di metalli, gomme etc
La raffinazione degli oli
- Neutralizzazione chimica degli acidi grassi liberi per saponificazione. Primo passaggio del processo di raffinazione: gli acidi grassi liberi aumentano l’acidità dell’olio e vanno ridotti. Per ridurre o eliminare gli acidi grassi liberi si procede scaldando l’olio sotto agitazione inserendo una miscela di acqua e soda. La miscela di acqua e soda saponifica gli acidi grassi liberi che precipitano e possono così essere rimossi.
- Decolorazione su carbone o bentonite per rimuovere clorofilla e carotenoidi per adsorbimento, l’olio risulterà più limpido e di colore più neutro o più chiaro. Si tratta di un passaggio che implica l’adsorbimento, chiamolo “cattura” di sostanze come clorofilla e caroteinodi, molecole grosse affini al carbone o alla bentonite.
- Deceraggio o winterizzazione per eliminare ac grassi ad alto pf. Avviene per raffreddamento, gli acidi grassi saturi cristallizzano e vengono così rimossi per filtrazione.
- Deodorazione per distillazione frazionata ad elevata temperatura. Come per tutte le molecole aromatiche si gioca sulla distillazione in modo che tali molecole “volino via”.
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