Microbiota cutaneo e cosmetici: interazioni
Microbiota Cutaneo: Cos’è e cosa lo Influenza
Il microbiota cutaneo è l’insieme dei microrganismi (batteri, funghi, virus, lieviti, acari) che vivono in simbiosi con la nostra pelle. È un ecosistema complesso, unico per ogni individuo, e svolge un ruolo protettivo, immunomodulante e regolatore del pH cutaneo.
Composizione
Include microrganismi commensali, mutualistici e, in alcuni casi, potenzialmente patogeni. Le principali famiglie batteriche sulla pelle sana sono:
- Staphylococcus epidermidis (protettivo),
- Cutibacterium acnes (implicato in acne, ma fisiologico in equilibrio),
- Corynebacterium spp.
Fattori che Influenzano il Microbiota
La composizione varia in base a:
- Sesso, età, area anatomica, tipo di pelle (secca, grassa),
- Genetica e sistema immunitario,
- Clima, stile di vita, dieta, uso di farmaci (es. antibiotici),
- Cosmetici e prodotti per la detersione.
Cosa può Alterare il Microbiota Cutaneo?
L’equilibrio (o eubiosi) può essere compromesso, causando disbiosi, ovvero una condizione in cui la popolazione microbica si sbilancia. Questo può predisporre a patologie cutanee, come:
- Acne,
- Dermatite atopica,
- Psoriasi,
- Rosacea.
Ecco i principali fattori alteranti:
Cosmetici aggressivi
- Tensioattivi solfati forti (es. SLS, SLES),
- Alcol e conservanti in eccesso,
- pH troppo basico o troppo acido.
Antibiotici topici o sistemici
Eliminano i patogeni, ma anche i batteri buoni.
Fattori ambientali
- Inquinamento,
- Umidità eccessiva o climi secchi,
- Radiazioni UV.
Iperdetersione
Lavaggi troppo frequenti rimuovono lipidi protettivi e disturbano la barriera cutanea, alterando l’habitat dei microrganismi benefici.
Stress e Squilibri ormonali
Interferiscono con la risposta immunitaria cutanea e con la produzione di sebo, influenzando la proliferazione microbica.
Come Supportare un Microbiota cutaneo Sano
- Usare cosmetici microbiota-friendly: pH fisiologico, senza tensioattivi aggressivi.
- Formulazioni prebiotiche, probiotiche o postbiotiche.
- Evitare antibiotici se non strettamente necessari.
- Curare la barriera cutanea: idratazione, ceramidi, acidi grassi.
I conservanti nei cosmetici alterano il microbiota cutaneo alle concentrazioni d’uso consentite?
In linea generale, no, non causano un’alterazione clinicamente significativa del microbiota cutaneo se:
- sono utilizzati alle concentrazioni previste dalla normativa (Reg. (CE) 1223/2009, Allegato V),
- sono correttamente bilanciati nella formula,
- la frequenza d’uso del prodotto è moderata.
Tuttavia, ci sono sfumature importanti da considerare.

Conservanti cosmetici e Selettività Microbiologica: strategie formulative
I conservanti hanno lo scopo di inibire la crescita microbica nel prodotto, non sulla pelle, non devono alterare il microbiota cutaneo. Tuttavia, alcuni possono:
- agire in modo non selettivo, danneggiando anche i microrganismi benefici (es. Staphylococcus epidermidis),
- modificare il microambiente cutaneo (pH, sebo), influenzando indirettamente la flora.
Uno studio italiano, realizzato da Progetto Microbioma Umano Avanzato-HMAP, Milano, Italia, pubblicato su Nature mostra che le combinazioni di conservanti nei cosmetici interagiscono con il microbiota in diversi modi:
Le combinazioni di conservanti idrossiacetofenone, fenilpropanolo, propandiolo, caprilil glicole, tocoferolo e idrossiacetofenone, fenilpropanolo, propandiolo, caprilil glicole, tocoferolo e tetrasodio glutammato diacetato agiscono inibendo moderatamente
C. acnes e fortemente S. aureus, senza inibire contemporaneamente la crescita di S. epidermidis. L’uso di queste combinazioni di conservanti potrebbe essere vantaggioso per l’uso in prodotti topici per pelle e cuoio capelluto, laddove sia necessario ripristinare una condizione preesistente di disbiosi microbica.
Le combinazioni di conservanti 1. benzoato di sodio, fenossietanolo, etilesilglicerina e la combinazione 2. anisato di sodio, 1,2-esandio, la combinazione 3 idrossiacetofenone, fenilpropanolo, propandiolo, caprilil glicole, tocoferolo ed edta disodico e combinazione 4 alcol benzilico, acido benzoico e acido deidroacetico, in quanto in grado di inibire leggermente
C. acnes e moderatamente S. aureus senza inibire contemporaneamente la crescita di S. epidermidis, sono adatte all’uso in prodotti topici per pelle e cuoio capelluto in cui sia necessario preservare l’eubiosi del microbiota cutaneo. Questo effetto è esercitato anche dalla combinazione sorbato di potassio, benzoato di sodio, sebbene in misura minore.
La combinazione fenilpropanolo, propandiolo, caprilil glicole, tocoferolo ed edta disodico è in grado di inibire fortemente
lo S. aureus senza inibire contemporaneamente la crescita di C. acnes e S. epidermidis . Il suo utilizzo potrebbe essere consigliabile in prodotti topici volti a contrastare efficacemente la disbiosi causata da S. aureus.
Le combinazioni dei conservanti benzoato di sodio e 1,2-esandiolo, la combinazione [1,2-esandiolo, o-cimen-5-olo e ppg-3 benzil etere miristato e anche la combinazione 1,2-esandiolo, caprilil glicole, tropolone, acido levulinico, levulinato di sodio, glicerina hanno fortemente influenzato anche la dinamica di crescita di S. epidermidis e per questo effetto non sono consigliabili per l’uso in prodotti topici mirati a ripristinare o mantenere il microbiota cutanea.
In vitro ≠ in vivo: Le condizioni dei test sono spesso più drastiche rispetto a quelle reali d’uso cosmetico.
L’Importanza della Formulazione Completa
Il potenziale impatto di un conservante dipende anche da:
- Veicolo cosmetico (emulsione, gel, lozione),
- pH finale del prodotto,
- Altri attivi presenti (come pre/pro/postbiotici che possono compensare),
- Frequenza e modalità d’uso (es. leave-on vs rinse-off).
Un prodotto ben formulato può contenere conservanti senza compromettere il microbiota e gli altri ingredienti possono interagire a loro volta col microbiota.
Nuove Strategie per Conservare e Proteggere il Microbiota cutaneo
- Conservanti blandi + booster antimicrobici (es. etilesilglicerina, caprylyl glycol),
- Sistemi di packaging airless per ridurre il bisogno di conservanti forti,
- Cosmetici supportati da test specifici, alcuni brand testano l’impatto reale in vivo (su volontari) e lo dichiarano.
Conclusione
Alle concentrazioni d’uso autorizzate, i conservanti non distruggono il microbiota ma possono influenzarne la composizione, specialmente se il prodotto è usato frequentemente o su pelli fragili.
Le pubblicazioni in questo ambito sono numerose, ne abbiamo riportata una, ma esiste tanto materiale, bisogna considerare, a nostro avviso, che numerosi studi sono condotti sulle materie prime in condizioni estreme, mentre altri studi su prodotti finiti e spesso realizzati in vitro, in condizioni conservative. Rimaniamo aperti rispetto al progresso della scienza.
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