Interferenti endocrini nei prodotti cosmetici e abbigliamento
Durante il mio percorso di vita lavorativa il concetto di sicurezza è cambiato. Si è passati Dal riconoscere il danno al prevenire il rischio (D.Lgs. 626).
Questo concetto innovativo, ad oggi scontato, di “prevenire meglio che curare” parafrasando un vecchio detto, si è diffuso in tutti i settori.
Gli interferenti endocrini rappresentano un rischio concreto per la salute umana e, come vedremo, ne siamo esposti da ogni direzione: alimenti, indumenti, smog… Una nuova normativa prevede una modifica del Reg. CLP per inserire questa nuova categoria di sostanze pericolose. Vediamo insieme le novità che ci attendono.
Come sottolineo sempre il rischio è l’esposizione ad un pericolo (vai al mio articolo sul rischio e pericolo). Oltre che delle proprietà tossicologiche, occorre tenere conto dei livelli di esposizione, legati ai differenti usi, nonché della capacità di assorbimento da parte della cute, considerando le differenze fra adulti e bambini. La potenziale esposizione diffusa e i relativi rischi per la salute motivano la necessità di sostituire gli interferenti endocrini nei cosmetici e nel vestiario con sostanze prive di importanti caratteristiche di pericolosità.
Perchè temere gli interferenti endocrini?
Secondo taluni studi, alcune sostanze che interferiscono con i nostri sistemi ormonali possono incidere negativamente sul metabolismo, sulla crescita, sul sonno e persino sull’umore. Queste sostanze (note come interferenti endocrini) sono per lo più artificiali e sono contenute in materiali quali pesticidi, metalli e additivi oppure sono presenti negli alimenti e nei cosmetici sotto forma di agenti contaminanti.
Tra gli effetti negativi sulla salute che possono essere causati dagli interferenti endocrini si annoverano la diminuzione della conta spermatica e il cancro testicolare negli uomini, effetti sul sistema neurologico e immunitario e un aumento dei casi di malformazioni genitali maschili. È stato riscontrato che una percentuale rilevante di giovani (che in alcuni paesi raggiunge il 40 %) possiede uno sperma di scarsa qualità che riduce la loro capacità riproduttiva.
Ricerche recenti hanno inoltre dimostrato che gli interferenti endocrini possono incidere sui sistemi che controllano lo sviluppo del grasso corporeo e l’aumento di peso. Inoltre, l’aumento del tasso di disturbi neurocomportamentali quali dislessia, ritardi mentali, autismo e deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è stato associato all’esposizione agli interferenti endocrini.
Rischiamo un’esposizione agli interferenti endocrini attraverso gli alimenti, la polvere e l’acqua, inalando gas e particelle presenti nell’aria o, semplicemente, attraverso il contatto epidermico, per esempio quando usiamo prodotti per la cura personale.
Talvolta gli effetti causati da un interferente endocrino sono visibili solo molto tempo dopo l’esposizione: nel caso di un feto esposto a una sostanza di questo tipo, per esempio, possono prodursi effetti negativi sulla salute al raggiungimento dell’età adulta, con il rischio che tali effetti vengano ereditati dalle generazioni future.
Sostanze a sospetta azione avversa sul sistema endocrino si possono trovare in prodotti d’uso quotidiano quali bottiglie di plastica, giocattoli, contenitori in metallo per alimenti, dispositivi elettronici, cosmetici, pesticidi e detergenti.
Novità per la gestione degli interferenti endocrini in Europa
Il 22 dicembre 2022 la commissione EU ha depositato la proposta di modifica del così detto regolamento CLP, Regulation on classification, labelling and packaging of chemicals e ha introdotto nuove classi di pericolo per le sostanze della categoria interferenti endocrini e altre sostanze chimiche pericolose per proteggere al meglio le persone e l’ambiente.
Gli interferenti endocrini sono sostanze in grado di interagire con i sistemi di regolazione del nostro organismo. I sistemi che governano cioè la riproduzione, la regolazione della vita cellulare in generale. L’interferenza endocrina andrebbe, secondo l’orientamento europeo, ripensata come sostanze dotate di un’attività endocrina e sono stati posti dei limiti entro i quali la sostanza va indicata come pericolosa.
La proposta della Commissione, che modifica il regolamento CLP, sarà ora soggetta all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio nell’ambito della procedura legislativa ordinaria.
L’atto delegato della Commissione che introduce le nuove classi di pericolo dovrebbe entrare in vigore nel 2023, dopo l’esame del Parlamento europeo e del Consiglio.
L’UE presiederà un nuovo gruppo di lavoro informale delle Nazioni Unite per sviluppare criteri globali per le classi di pericolo recentemente adottate.
Cosa intende fare l’europa per garantire una maggior sicurezza data l’esposizione agli interferenti endocrini?
- Processi migliori e più rapidi per tutti gli attori per informare sui pericoli delle sostanze chimiche immesse nel mercato dell’UE.
- Migliore comunicazione dei pericoli chimici, anche online, attraverso obblighi di etichettatura e pubblicità più semplici e chiari. Tra questi, la proposta stabilisce una dimensione minima dei caratteri per le etichette dei prodotti chimici.
- Il diritto per la Commissione di elaborare proposte di classificazione di sostanze potenzialmente pericolose, oltre agli Stati membri e all’industria. Ciò accelererà il ritmo con cui vengono identificate le sostanze pericolose.
- Le prime regole specifiche in assoluto per i prodotti chimici ricaricabili, in modo che i consumatori acquistino e utilizzino prodotti chimici, come i prodotti chimici per la cura della casa, venduti sfusi in modo sicuro, non va trascurato infatti la questione di rilascio di sostanze ad attività endocrina dalle plastiche a seguito di ripetute “estrazioni” tramite sostanze dovute alle ripetute ricariche con miscele come ad es. i detergenti.
Fonte: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_22_7775
Questo è stato il primo tema affrontato durante il congresso CRRC a Bruxeselles a cui ho partecipato in questo inizio 2023.
Esempi pratici di sostanze definite interferenti endocrini e loro impatto sulla salute
Ma come impattano gli interferenti endocrini nelle nostre vite?
per entrare nel pratico l’Istituto nazionale delle scienze della salute ambientale NIH americano ha realizzato degli studi specifici che descrivo di seguito:
Disturbi dell’attenzione
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è uno dei disturbi infantili più comuni, che può continuare attraverso l’adolescenza e nell’età adulta. I sintomi dell’ADHD includono difficoltà a rimanere concentrati, prestare attenzione e controllare il comportamento. I ricercatori hanno riferito in JAMA che l’esposizione ordinaria a determinati ftalati, come riscontrato nei campioni di urina, era associata a comportamenti correlati all’ADHD nell’adolescenza. Il farmaco DES può essere collegato a una maggiore possibilità di sviluppare l’ADHD nei nipoti delle donne che lo hanno usato durante la gravidanza.
Immunità.
I bambini esposti ad alti livelli di PFAS avevano una ridotta risposta immunitaria ai vaccini.
Metabolismo.
L’esposizione a lungo termine all’arsenico può interrompere il metabolismo, aumentando il rischio di diabete e altri disturbi metabolici.
Pubertà.
Le sostanze chimiche nell’olio di lavanda e nell’olio dell’albero del tè sono potenziali interferenti endocrini. I ricercatori hanno scoperto che l’esposizione persistente ai prodotti a base di olio di lavanda è associata allo sviluppo prematuro del seno nelle ragazze e allo sviluppo anormale del seno nei ragazzi.
Riproduzione.
Il DES può causare cambiamenti epigenetici, alterando il modo in cui i geni vengono attivati e disattivati, negli organi riproduttivi dei topi. I risultati forniscono una possibile spiegazione di come gli interferenti endocrini influenzano la fertilità e la riproduzione.
Quali sono alcuni interferenti endocrini comuni?
Bisfenolo A (BPA): utilizzato per produrre plastica in policarbonato e resine epossidiche, che si trovano in molti prodotti in plastica, compresi i contenitori per la conservazione degli alimenti (
Il bisfenolo A (BPA), incluso nell’elenco delle sostanze candidate all’autorizzazione ai sensi del regolamento REACH perché è tossico per la riproduzione e per via delle sue proprietà di interferenza endocrina. Si è stabilito, già prima che venisse formalmente identificato come sostanza estremamente preoccupante a causa di tali proprietà, di vietarne l’uso nella carta termica come rivelatore cromogeno. Tale sostanza si può trovare negli scontrini dei negozi e nei biglietti dei mezzi pubblici e dei parcheggi. Il divieto è entrato in vigore nel 2020 e gli adeguamenti proseguono per dare alle aziende il tempo di eliminare gradualmente l’uso del BPA e trovare alternative più sicure.
Inoltre, dal 1° giugno 2011 il BPA è vietato in tutta l’UE nella produzione di biberon destinati all’alimentazione dei neonati. Nell’UE l’uso del BPA è consentito nei materiali a contatto con gli alimenti; tuttavia, è prevista una quantità massima di rilascio dagli stessi. Per di più, alcuni Stati membri hanno imposto ulteriori restrizioni sui prodotti contenenti BPA.
Diossine: prodotte come sottoprodotto nella produzione di erbicidi e sbiancamento della carta, vengono anche rilasciate nell’ambiente durante la combustione dei rifiuti e gli incendi
Perclorato: un sottoprodotto dell’industria aerospaziale, delle armi e farmaceutica che si trova nell’acqua potabile e nei fuochi d’artificio
Sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS): ampiamente utilizzate in applicazioni industriali, come schiume antincendio e rivestimenti antiaderenti per pentole, carta e tessuti
Ftalati: utilizzati per rendere la plastica più flessibile, si trovano anche in alcuni imballaggi alimentari, cosmetici, giocattoli per bambini e dispositivi medici. DEHP, DBP, DIBP e BBP sono quattro ftalati che sono stati aggiunti all’elenco delle sostanze candidate come estremamente preoccupanti a causa delle loro proprietà di interferenza endocrina. Sono previste o sono in preparazione restrizioni per questi ed altri ftalati.
Fitoestrogeni: sostanze presenti in natura nelle piante che hanno un’attività simile agli ormoni, come la genisteina e la daidzeina che si trovano nei prodotti a base di soia, come il tofu o il latte di soia
Eteri di difenile polibromurato (PBDE): utilizzati per produrre ritardanti di fiamma per prodotti per la casa come schiuma per mobili e tappeti (o in alcuni indumenti per aumentare la resistenza alle alte temperature).
Bifenili policlorurati (PCB): utilizzati per realizzare apparecchiature elettriche come trasformatori e fluidi idraulici, fluidi per il trasferimento di calore, lubrificanti e plastificanti.
Triclosan: può essere trovato in alcuni prodotti antimicrobici e per la cura personale, come il bagnoschiuma liquido E nei cosmetici?
Interferenti endocrini nei cosmetici
La valutazione del rischio (safety assessment) viene svolta proprio su questi aspetti.
La sicurezza d’uso dei prodotti cosmetici, infatti, è una questione principale considerata nel Regolamento 1223/2009: in particolare, le sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione (CMR) 1A, 1B e 2 sono vietate (Allegato II), a eccezione delle sostanze della categoria 2 che non presentino un rischio sulla base di una valutazione specifica da parte del CSSC.
Nella valutazione del rischio per la salute umana da IE viene generalmente data attenzione prioritaria ad aspetti quali l’esposizione attraverso la contaminazione della catena alimentare, in particolare riguardo alle sostanze capaci di bioaccumulo, ai pesticidi o ad alcuni plastificanti. Tuttavia, per quanto importante, l’esposizione agli IE dovuta alla catena alimentare non può spiegare, da sola, la reale entità del problema: la presenza di IE è stata riscontrata nell’uomo in diversi fluidi biologici, e la loro varietà e provenienza è stata evidenziata anche in studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità.
Tra le sostanze classificate come interferenti endocrini troviamo alcuni parabeni (conservanti), triclosan (conservante e deodorante), filtri UV, omosalato, 4-metilbenzilidene canfora e 3-benzilidene canfora, benzofenoni (principalmente usati per proteggere i cosmetici dagli effetti della luce UV), melatonina (usata come antiossidante), resorcinolo (presente nelle tinture per capelli), e ciclometicone (un composto siliconico che favorisce la stendibilità delle lozioni per la pelle e per i capelli).
La valutazione del rischio richiede una stima dell’esposizione, che per gli ingredienti nei cosmetici deve considerare diversi aspetti: la modalità di utilizzo
(ad esempio, si pensi ai rossetti che possono entrare in contatto anche con la mucosa della bocca), la concentrazione del principio attivo, il tempo di contatto e l’assorbimento cutaneo che è associato all’esposizione sistemica, ovvero alla presenza della sostanza in un sito diverso da quello di contatto una volta che la sostanza è entrata all’interno dell’organismo. Inoltre per alcune sostanze (ad esempio, a base di alluminio, retinolo o zinco) la presenza come ingredienti nei cosmetici costituisce solo una frazione dell’esposizione complessiva, in aggiunta a fonti alimentari e/o ambientali.
Se vuoi saperne di più sugli aspetti regolatori iscriviti al nostro servizio di aggiornamento regolatorio.
Interferenti endocrini e abbigliamento
Nella vita di tutti i giorni le persone entrano più volte in contatto con diverse tipologie di tessuto: con i vestiti, con la biancheria (lenzuola e asciugamani)
e anche, ad esempio, quando si è seduti sul divano.
Tutti i tessuti subiscono trattamenti durante i quali, per vari motivi, vengono aggiunti prodotti chimici.
Nel loro complesso, le sostanze chimiche utilizzate nel settore tessile possono essere suddivise in sostanze ausiliarie, coloranti e sostanze per il finissaggio.
Le sostanze ausiliarie coprono una vasta gamma di funzioni, dalla pulizia delle fibre naturali agli agenti che rendono i prodotti tessili più resistenti ad acqua,
alle macchie, alle pieghe, o per proteggere dall’azione di batteri e muffe come, ad esempio, le sostanze biocide utilizzate su alcuni tipi di calzature e capi di
abbigliamento. In diversi prodotti vengono, inoltre, aggiunti idrorepellenti per renderne più pratico l’uso all’aperto oppure sostanze atte a prevenire la comparsa, nei tessuti, di pieghe indesiderate durante il trasporto.
Molti tessuti possono contenere agenti tensioattivi, che riducono la tensione superficiale dell’acqua per rimuovere più facilmente grasso e olio.
Naturalmente, anche i coloranti sono ampiamente utilizzati e in alcuni casi – come nei jeans – per conferire un aspetto specifico vengono inserite anche sostanze che consentono lo sbiancamento progressivo richiesto da alcuni consumatori. Le operazioni di finissaggio, inoltre,
possono comportare l’utilizzo di sostanze per irrigidire o ammorbidire il tessuto allo scopo di facilitarne la stiratura.
Due gruppi di sostanze con caratteristiche di interferenza endocrina, i polibromurati e i composti perfluoroalchilici, caratterizzati sia da elevata
persistenza che dalla capacità di alterare l’azione e il metabolismo degli ormoni steroidi e tiroidei, possono essere inoltre aggiunti ai tessuti come ritardanti di fiamma conferendo resistenza alle alte temperature.
Non vanno sottovalutate le applicazioni in plastica o in metallo. Le plastiche sono già state discusse in precedenza, mentre per i metalli Il pericolo più evidente sono le reazioni allergiche al contatto con la pelle. Inoltre, entrambi i metalli possono causare tossicità sistemica, associata anche a meccanismi endocrini. Il nichel è un agente tossico per la riproduzione nei roditori, agisce sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi oltre a essere un agonista del recettore degli estrogeni. Il cromo VI, noto cancerogeno per l’uomo, può compromettere la maturazione riproduttiva interrompendo la biosintesi degli steroidi.
Approfondisci gli interferenti endocrini nell’abbigliamento:
Tutto sui PFAS: effetti sulla salute, inquinamento e regolamentazione
3 Maggio 2023 @ 05:21
[…] sostanze vengono denominate “interferenti endocrini” di cui abbiamo già discusso nell’articolo dedicato, che interagiscono in diversi modi con i nostri sistemi di regolazione […]
Gli estratti vegetali nei cosmetici: caratteristiche e sicurezza - Scienza Cosmetica
31 Luglio 2023 @ 12:24
[…] visto in articoli precedenti alcune sostanze interferiscono con il sistema endocrino, nelle piante queste sostanze sono ad esempio i fitoestrogeni. Un esempio di fitoestrogeni è […]