Depressione e infiammazione: perché in quarantena stiamo avendo più dolori e disturbi?
In questo periodo di isolamento forzato molte persone hanno avvertito un aumento di disturbi e dolori vari e diffusi nel corpo: oppressione al petto, dolori muscolari, mal di schiena, mal di pancia.
Le cause possono essere molteplici, proviamo a far luce su alcune variabili a partire dal cambiamento del nostro stato emozionale e umorale.
Dopo una prima fase di quarantena probabilmente più ansiogena, il prolungamento dell’isolamento sociale, affettivo e per molti anche lavorativo, ha comportato una modifica dell’umore in senso più depressivo e malinconico, poichè l’adattamento forzato sta cominciando a lasciare i suoi segni.
Nei processi depressivi avviene un aumento delle interleuchine, in particolare delle interleuchine 1 e 6, che sono responsabili degli aspetti infiammatori nel nostro corpo e che colpiscono in modo particolare i circuiti cerebrali dell’amigdala, dell’ippocampo e dei gangli basali.
Questo riduce a sua volta la disponibilità di tre fondamentali neurotrasmettitori che regolano il tono dell’umore: serotonina, dopamina e noradrenalina.
La ridotta trasmissione di questi neurotrasmettitori compromette il circuito di feedback regolatorio che solitamente ci permette di interrompere le nostre risposte di stress; questo si riflette sulla nostra percezione alla fatica, sull’asse dell’appetito, del desiderio sessuale, ecc..
Infiammazione sistemica diffusa
Per cui il primo fattore da considerare è che l’umore depresso aumenta l’infiammazione nel nostro corpo, la quale a sua volta aumenta ulteriormente lo stato depressivo in quanto agisce sulla neurotrasmissione, modificandola.
L’aumentata infiammazione non agisce però solo a livello del cervello, ma può diventare sistemica, agendo quindi anche a discapito di altri distretti corporei, in primis l’apparato muscolare e articolare e quello intestinale.
Ecco perché in questo periodo è possibile avvertire maggiormente dolori e intorpidimento muscolare, mal di schiena, petto pesante, senso di spossatezza o possono ricomparire vecchi sintomi sopiti.
Più l’isolamento si prolunga, più il nostro umore si modifica e più ci sentiamo stanchi e con meno voglia e capacità di reagire.
Disturbi gastrointestinali: cause e conseguenze
Altri disturbi frequenti in questo periodo riguardano il funzionamento dell’intestino, che merita un discorso a parte, in quanto fulcro fondamentale del benessere dell’organismo.
Lo stato del nostro umore, la limitazione del movimento fisico e delle uscite dalle nostre abitazioni ha condizionato per molti il rapporto con il cibo.
C’è chi per ansia o per noia ha mangiato più del solito, chi ha ricercato maggiormente cibi appaganti quali dolci, cioccolato e zuccheri semplici o chi ha consumato cibi spazzatura veloci come patatine e pizza perché poco motivato a cucinare.
Questi tipi di alimenti sono i maggiori responsabili della disbiosi intestinale, ossia del cambiamento di equilibrio della flora batterica ossia del cambiamento di equilibrio della flora batterica dell’intestino, che può comportare disturbi quali gonfiore, mal di pancia, dissenteria o stipsi più ostinata del solito.
L’equilibrio intestinale modificato comporta una minor produzione di serotonina (il neurotrasmettitore del buon umore) da parte dell’intestino e dunque una minor presenza nel nostro organismo, con conseguente abbassamento del tono dell’umore e relativo aumento dell’infiammazione e così via, secondo il meccanismo precedentemente descritto.
La salute dell’intestino è fondamentale, dunque, per regolare il nostro umore in quanto ricerche recenti hanno dimostrato come ben il 95% di serotonina prodotta nell’organismo viene prodotta a livello intestinale. (vedi articolo).
Come possiamo intervenire?
- Curare gli aspetti nutrizionali e di conseguenza la salute dell’intestino, limitando il consumo di alimenti infiammatori come latticini, glutine e soia.
- Consumare o assumere acidi grassi essenziali come gli EPA e i DHA, che sono sostanze antinfiammatorie e migliorano i sintomi depressivi poiché nutrono le membrane cerebrali. Prediligere dunque il pesce alla carne.
- Consumare carboidrati complessi e alternativi al glutine come riso, farro, grano saraceno che sono ricchi di triptofano, precursore della serotonina.
- Assumere zinco e magnesio (attenzione a chi soffre di dissenteria però, in quanto il magnesio ha un’azione lassativa poiché è un miorilassante) che riducono lo stress ossidativo, fonte di infiammazione.
- Praticare, se possibile, un’attività fisica moderata.
Aurora Costadoni, naturopata, psicologa, psicosomatologa (aurora.costadoni@gmail.com)
PERCHE’ RIVOLGERSI AL NATUROPATA?
Il Naturopata interviene su problematiche psico-somatiche considerando la totalità psicobiologica di ciascun individuo, non agendo direttamente sul sintomo, ma su ciò che causa lo squilibrio. L’obiettivo è quello di recuperare l’energia psico-fisica insita in ciascuno di noi necessaria a mantenere o ripristinare lo stato di salute. Per questo motivo il Naturopata lavora sull’ecologia personale (alimentazione, carico tossinico, livello di stress, livello energetico, qualità del sonno) per migliorare a sua volta l’ecologia della mente. Attraverso l’uso di integratori quali vitamine e minerali, fitoterapici, Fiori di Bach e tecniche corporee di riequilibrio.
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