Nuova norma europea per i prodotti biologici e novità dagli Stati Uniti
Nel 2022 è entrato in vigore in Europa il nuovo regolamento che riguarda la produzione dei prodotti biologici, vegetali, animali etc. e il Reg. sui fertilizzanti.
Alla fine del 2022 in America una sentenza sembra tracciare una strada ben precisa dopo anni di contenziosi.
In questo articolo intendo portare alla luce le norme che attualmente regolano il comparto della produzione di prodotti biologici in Europa ed in America. Quali sono i rapporti tra queste differenti realtà e i possibili scenari futuri alla luce degli attuali cambiamenti?
Sulla base di queste informazioni intendo analizzare il possibile impatto per i consumatori e per il comparto produttivo cosmetico.
Le novità riguardano:
- la produzione biologica ed etichettatura di prodotti biologici, il Reg. UE 848/2018.
- le nuove norme relative alla messa a disposizione sul mercato di prodotti fertilizzanti dell’UE, il Reg. 1009/2019.
- la sentenza della Circuit Court di settembre 2022 che delinea una strada che si concretizza.
Regolamento fertilizzanti
Il Reg. sui prodotti fertilizzanti definisce i materiali costituenti che si possono utilizzare come fertilizzanti. Definisce altresì i processi e i prodotti che devono essere conformi a requisiti essenziali.
Inoltre il regolamento sui fertilizzanti introduce una novità, la necessità di conformità CE come condizione per l’immissione in commercio. In precedenza era sufficiente una corretta etichettatura.
In sostanza il produttore deve far valutare da un ente accreditato dalle autorità nazionali se il suo prodotto è conforme ai requisiti o meno.
Il consumatore ne sarà informato grazie alle informazioni riportate sulla confezione.
Infine il Reg. introduce nuove tipologie di prodotti: i biostimolanti. Per biostimolante si intende qualunque prodotto che stimola i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal tenore in nutrienti con la finalità di migliorare uno o più delle seguenti caratteristiche:
- efficienza dell’uso dei nutrienti
- Tolleranza allo stress abiotico
- Caratteristiche qualitative
- Disponibilità di nutrienti confinati nel suolo e nella rizosfera.
I biostimolanti sono divisi in microbici e non microbici.
Regolamento produzione biologica
Il Reg. UE 848/2018 relativo alla produzione biologica entra in vigore ufficialmente in Italia a gennaio 2022 dopo anni di lunghe discussioni in seno al Parlamento europeo.
Durante questi anni il testo è stato riesaminato più volte a causa dell’aumento esponenziale della domanda di prodotti bio.
Il campo di applicazione riguarda i prodotti agricoli trasformati destinati ad essere utilizzati come alimenti o mangimi, i prodotti elencati nell’allegato I del TFUE (trattato del Funzionamento dell’Unione europea) es. carni, latte, piante, oli…. Oltre ad alcune new entry come la cera d’api, sale, sughero etc
Alcune deroghe rimangono disponibili: aziende con coltivazioni miste, utilizzo di sementi non biologiche ove non disponibili etc.
I divieti riguardano invece le radiazioni ionizzanti (come per il biologico cosmetico), l’utilizzo di OGM e la produzione idroponica perché la norma sul bio lega il concetto di prodotto biologico al suolo.
Sono state introdotte alcune novità di rilievo che riguardano la possibilità di certificazione di gruppi di produttori, la possibilità di inserire in determinate condizioni (ad es. che tutte almeno il 95% delle MP abbiano la stessa provenienza) l’origine regionale e uno specifico iter per l’import da altre nazioni dell’UE.
Novità dagli Stati Uniti
Come accennato nel capitolo precedente il concetto di agricoltura biologica è saldamente legato alla coltivazione del terreno, questo concetto è valido anche per la normativa statunitense.
Infatti tra i vari motti del bio d’oltreoceano vi sono: “Nutrire il suolo, non la pianta” e “Un suolo sano porta a raccolti sani, animali sani, persone sane e un pianeta sano”.
Per gli americani questi concetti sono stati stravolti attraverso una recente sentenza della Corte d’Appello secondo cui non è necessario il terreno per essere certificati biologici negli Stati Uniti.
La diatriba in America è aperta da tempo con un susseguirsi di colpi di scena, ma una posizione così definita non era stata raggiunta in precedenza.
Infatti la sentenza del settembre 2022 della 9a Circuit Court, afferma che “nessuna parte dello statuto [Organic Foods Production Act] preclude chiaramente la certificazione biologica delle colture coltivate in modo idroponico”, di fatto accettando come metodo di coltivazione biologica il metodo idroponico in assenza di terreno inteso come suolo.
Ci si chiede se questa novità comporterà una nuova idea di biologico rispetto a quella che conosciamo attualmente.
Numerose associazioni di categoria in America non concordano con questa visione e si stanno appellando da più lati per far annullare la sentenza. Le motivazioni addotte Riguardano il non rispetto della costruzione del suolo, la rotazione delle colture e i requisiti ecologici dell’Organic Foods Production Act (OFPA) e dei National Organic Regulations.
Questa novità potrebbe superare i confini e giungere anche da noi, portando ovviamente nuovi sbocchi e opportunità, ma anche le riserve di chi si impegna a coltivare i terreni seguendo rotazioni di colture, ricercando la biodiversità nel rispetto di standard stringenti.
I patti USA-EU
Come in America, anche in Italia numerosi tentativi di ingresso nel mondo bio da parte di colture alternative, come l’idroponica, si sono alternate negli anni.
Tali richieste sono sempre state respinte, ma alla luce di questa sentenza americana è possibile presumere che la questione verrà riaperta anche in Europa.
Una menzione speciale riguarda l’accordo di equivalenza tra USA ed EU secondo cui i prodotti biologici certificati possono circolare liberamente tra gli Stati Uniti e l’UE.
In base a questo accordo, l’UE riconosce il National Organic Program (NOP) dell’USDA come equivalente al Regolamento Biologico dell’UE.
In questo modo l’UE consente ai prodotti biologici statunitensi di essere commercializzati come “biologici” nell’UE utilizzando il logo biologico dell’UE sotto particolari condizioni.
Come afferma Mohamed Mraihi in questo articolo (ufficio tecnico e assicurazione qualità di CCPB, ente di certificazione italiano):
“Quindi gli operatori certificati NOP possono esportare i loro prodotti idroponici o prodotti trasformati ottenuti da ingredienti idroponici nel mercato UE seguendo l’accordo di equivalenza BIO USA-UE perché non c’è nessuna limitazione indicata per i prodotti idroponici. Di conseguenza, il consumatore dell’UE può trovare prodotti idroponici biologici certificati NOP nel mercato dell’UE e anche prodotti trasformati da ingredienti idroponici senza nessuna limitazione.
Tuttavia, dall’altra parte al produttore dell’UE non è consentito effettuare alcuna produzione idroponica, nè per i consumatori dell’UE né per i consumatori Statunitensi secondo l’attuale regolamento CE 834/07 e nemmeno con il nuovo regolamento UE 848/2018 che entrerà in vigore il 01/01/2022. Sarebbe opportuno e equo che l’accordo di equivalenza biologica tra l’UE e gli Stati Uniti fermasse i prodotti idroponici biologici NOP-USDA che entrano nel mercato dell’UE in quanto non sono consentiti dal regolamento biologico dell’UE.”
Un occhio sul mondo cosmetico
Quali potrebbero essere le conseguenze nel mondo cosmetico? Come mi hanno insegnato da sempre la risposta più corretta è: dipende.
Provo ad immaginare un’azienda cosmetica del futuro con le coltivazioni di piante officinali a parete, trattate con i fertilizzanti e agenti colturali super selezionati e certificati, da cui estrarre il fitocomplesso “perfetto” e, volendo strafare, si potrebbe valutare una selezione genetica puntuale delle sementi, ambienti asettici, illuminati con luci con lunghezze d’onda e frequenza specifiche, acque riciclate e chissà..
Forse vado fin troppo oltre con la fantasia nel mondo cosmetico, ma nell’alimentare? Non siamo così oltre, queste realtà esistono già.
Per il mondo cosmetico immagino possa risultare interessante la possibilità di controllare le tracce di impurezze tecnicamente inevitabili, come ad esempio i metalli pesanti, ammessi per il rotto della cuffia dall’art 17 del Reg. 1223/2009. Tale eventualità rappresenterebbe un vantaggio, così come una riduzione dell’eccessivo sfruttamento del terreno in certe aree del mondo; ma che ne sarebbe della lavorazione equilibrata, tipica della coltivazione biologica, dei terreni, della ricerca della biodiversità e del contrasto alla desertificazione delle nostre terre?
Citando Orazio (Satire) “est modus in rebus”, probabilmente un giusto equilibrio tra queste due realtà potrebbe rappresentare la via affinchè esperienza ancestrale e tecnologia coesistano.
Per quanto riguarda il biologico cosmetico a breve pubblicheremo un aggiornamento riguardo la nuova versione 4.0 dello standard COSMOS pubblicata il 1 gennaio 2023, resta con noi.
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