Rallentare l’invecchiamento tramite l’attività fisica
Mente e corpo sono collegati
Muoviti e pensa, la ricetta per rallentare l’invecchiamento.
A partire dagli anni ’90 alcuni studi hanno dimostrato che l’attività fisica migliora la funzionalità di molti apparati del nostro corpo.
In particolare questi studi si sono soffermati sulla capacità di generare nuovi neuroni nell’ ippocampo, sede della memoria.
queste ricerche hanno sollevato una domanda essenziale:
Perché l’esercizio fisico influisce sul cervello?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe ripensare le nostre teorie sull’ esercizio fisico;
spesso pensiamo che camminare o correre siano attività che il corpo esegua con il pilota automatico. Ma le ricerche condotte indicano che questa convinzione comune sia errata. L’esercizio fisico sembra, piuttosto, un’attività insieme fisica e cognitiva.
I primi studi degli anni ’90 in questo settore hanno portato i ricercatori del salk Institute for biological studies di La Jolla in California a dimostrare che correre aumenta la nascita di nuovi neuroni nell’ippocampo.
Tale processo sembra legato alla produzione di una proteina che si chiama fattore neurotrofico derivato dal cervello: BDNF.
Il BDNF è prodotto in tutto il corpo e nel cervello e promuove la proliferazione e la sopravvivenza dei neuroni neonati.
Il gruppo del Salk Institute Ha dimostrato che nei roditori la neurogenesi indotta dall’ esercizio fisico è associata a una migliore prestazione nei test di memoria.
Le scoperte sui roditori hanno aperto uno squarcio sul possibile ruolo dell’esercizio fisico nel contrastare il declino cognitivo da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Un altro studio condotto all’università dell’Illinois da Ericsson e Kramer ha dimostrato che 12 mesi di esercizio aerobico avevano aumentato i livelli di BDNF e accresciuto le dimensioni dell’ippocampo e migliorato la memoria in volontari anziani.
Uno studio effettuato nel Regno Unito e prodotto da American Scientific su oltre 7 mila adulti dalla mezza età all’età anziana ha pubblicato nel 2019 su Brain imaging and behaviour dimostra che le persone che dedicano più tempo all’attività fisica da moderata energica, hanno un volume dell’ippocampo maggiore.
Conclusioni
Non è ancora possibile affermare che negli esseri umani questi effetti siano correlati alla neurogenesi o altre forme di plasticità cerebrale come un aumento delle connessioni tra neuroni esistenti ma i risultati indicano che l’esercizio fisico è utile all’ippocampo e alle funzioni cognitive.
Gli studi più recenti dimostrano con un numero crescente di prove che un esercizio fisico cognitivamente stimolante sarebbe utile al cervello più degli esercizi che non generano sfide cognitive.
La corsa all’aperto è un esempio di combinazione tra esercizio fisico e stimolazione cerebrale perché il cervello promuove la tenuta dell’equilibrio e l’orientamento oltre a scegliere il percorso migliore.
Il motivo di questa connessione sembra essere dovuto al risultato dell’evoluzione da quadrupedi a bipedi degli ominini (viene così chiamato il folto gruppo differenziato dei nostri antenati).
Questo passaggio evolutivo ha permesso di passare da un’alimentazione esclusivamente vegetale alla caccia di animali e allo sviluppo dell’agricoltura facendo in modo che l’attività aerobica aumentasse insieme all’attività di pensiero legata all’orientamento spaziale e ad individuare strategie di caccia o di difesa.
Molte sono ancora le cose da scoprire.
Sebbene sia prematuro suggerire prescrizioni che combinano esercizio fisico e attività cognitive possiamo affermare che l’esercizio è decisivo per preservare la funzionalità cerebrale nell’invecchiamento.
Le linee guida dello US Department of Health and Human Services (e del ministero della salute italiano ndr) suggeriscono che i cittadini dovrebbero dedicarsi all’esercizio aerobico almeno 150 minuti alla settimana con intensità moderata;
oppure almeno 75 minuti alla settimana con intensità vigorosa o una combinazione equivalente delle due.
Trial clinici saranno molto più eloquenti sull’efficacia di esercizi fisici che richiedono un impegno cognitivo: quali tipi di attività mentale e fisica sono più incisivi per esempio oppure l’intensità e la durata ottimale degli esercizi per aumentare le capacità cognitive.
Concludendo allenare corpo e cervello insieme con l’esercizio fisico ci aiuterebbe a conservare una mente agile per tutta la vita.
Per approfondire:
Exercise, APOE Genotype, and the Evolution of the Human lifespan. Raichlen D.A. e Alexander G.E., «Trends in neurosciences», Vol 37, n.5, pp.247-255, Maggio 2014
Adaptive Capacity: An Evolutionary Neuroscience Model Linking Exercise, Cognition, and Brain Health. Raichlen D.A. e Alexander G.E., in «Trends in Neurosciences», Vol 40, n.7, pp408-421, luglio 2017.
Differential Associations of Engagement in Physical Activity and Estimated Cardiorespiratory Fitness with Brain Volume in Middle-Aged to Older Adults. Raichlen D.A. e altri, in «Brain Imaging and Beahavior», pubblicato on line, 17 giugno 2019
Articolo estratto da Le Scienze Marzo 2020