Un ramoscello d’olivo
L’olivo non è originario dell’area mediterranea.
Sembra derivare dall’oleastro dell’Asia Minore, proveniente dalla zona del Pamir/Turkestan e con successive selezioni introdotto dai Fenici in Grecia e Cirenaica tra il IX e l’VIII secolo a.c. e in seguito diffuso in tutto il mediterraneo.
Nella narrazione biblica del diluvio universale si racconta che quando l’arca si arenò sul monte Ararat alla fine delle piogge, Noè aprì la finestra dell’arca e fece uscire un corvo e poi una colomba che tornarono non avendo trovato dove posarsi perché c’era ancora acqua su tutta la terra.
Dopo sette giorni Noè fece uscire di nuovo la colomba che ritornò recando nel becco un ramoscello d’olivo.
Ecco che il ramoscello d’olivo diventa simbolo di pace, prosperità e riconciliazione per ebrei, cristiani e musulmani.
Nella Sura XXIV (An-Nur= la luce) versetto35 del Corano, si legge: “Allah è la luce dei cieli e della terra. La sua luce è come quella di una nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale né occidentale, il cui olio sembra illuminare senza neppure essere toccato dal fuoco.”
Il teologo persiano Al-Ghazzali interpretò così il simbolismo in essa contenuto: la nicchia è la sensazione, il cristallo l’immaginazione, la lampada l’intelletto, l’olivo il raziocinio e l’olio lo spirito profetico.
Dall’olivo si ricava l’olio sacro
Dall’olivo si ricava l’olio sacro.
Nei secoli re e imperatori sono stati incoronati con il rito dell’unzione.
L’unzione sul capo rappresentava la discesa della luce divina. Con l’unzione la persona era introdotta nella sfera del divino per un servizio straordinario e sacro.
Questo cerimoniale si è ripetuto ancora il 2 giugno 1953 per l’incoronazione della regina Elisabetta. L’arcivescovo di Canterbury disegnò una croce sulla fronte di Elisabetta con l’olio sacro.
Tutta questa simbologia relativa all’olivo è giustificata dal frutto prezioso di questa pianta che contiene glucidi, protidi, minerali, enzimi, vitamine.
Dalle olive si ottiene olio extra vergine (con acidità non superiore a 0,8) olio vergine di oliva (con acidità non superiore al 2%).
L’olio ottenuto per spremitura a freddo o estratto a freddo deve essere ricavato ad una temperatura inferiore ai 27°C e con soli metodi meccanici. Una temperatura superiore o tempi più lunghi ne peggiorano le caratteristiche chimiche.
Seguono altri tipi di olio:
olio di oliva lampante: è ottenuto per estrazione con metodi meccanici ma non è utilizzabile per usi alimentari.
olio di oliva raffinato: è ottenuto per rettificazione di oli vergini lampanti con metodi fisici, chimici e successiva raffinazione.
olio di oliva : olio di oliva raffinato tagliato con oli vergini,con acidità non superiore all’1%
Seguono vari oli di sansa (che è quanto rimane dopo la separazione della parte liquida da quella solida).
Dal punto di vista salutistico è bene usare solo olio extravergine, anche se in molti alimenti industriali si continua ad usare olio di oliva raffinato, che è un prodotto leggermente peggiore del burro, come molti grassi vegetali.
Oli vegetali: oltre all’olio extravergine e vergine di oliva, sono olio di arachidi, olio di mais. olio di girasole, olio di vinaccioli, olio di soia, olio di lino, olio di palma e anche altri. Per l’uso corretto di questi oli è preferibile leggere le loro caratteristiche. Se li usiamo per friggere è bene controllare il loro “punto di fumo” cioè la temperatura alla quale l’olio si ossida producendo sostanze nocive.
++++ olio EVO
+++ burro
++ oli e grassi di seconda scelta specificati (strutto, olio di arachide, girasole, oliva……)
+ oli di 2^scelta non specificati (grassi vegetali, oli vegetali non specificati, margarina )
Leggiamo quindi bene le etichette e, per quanto possibile, evitiamo i prodotti processati industrialmente.