App cosmetiche per valutare INCI: sono affidabili?
Le app cosmetiche soddisfano alcune curiosità dei consumatori in fatto di cosmetici. I consumatori di prodotti di bellezza sono molto più esperti di quanto lo fossero in passato.
In una larga fascia di consumatori si è diffusa la convinzione che nei cosmetici possano esserci sostanze dannose. Dannose per l’uomo, per l’ambiente, per la società, per gli animali, insomma sostanze che, analizzate sotto una lente che non discrimina come venga utilizzata la sostanza, incutono timore.
Come faccio a sapere se un prodotto ha un buon INCI?
E’ questa la domanda che spinge i consumatori verso la app che scannerizzano prodotti cosmetici.
Riuscire a comprendere se sia un buon INCI o meno è una sfida tutt’altro che semplice. Purtroppo l’ingredientistica, da sola, non può rispondere alla domanda se il prodotto sia buono o meno. Nonostante ciò gli ingredienti affascinano, pur nella loro complessità, e così le persone cercano risposte nelle vie che appaiono più semplici: le app.
Alcune di queste app cosmetiche fondano le loro basi su evidenze scientifiche di pericolosità, altre invece vivono esclusivamente di indicazioni volontarie dei consumatori. Questa prima discriminante è fondamentale per dividere le app cosmetiche in due primi grandi gruppi che incontreremo di seguito.
Inoltre è importante sottolineare come alcune app siano nate per valutare la tossicità ambientale dei prodotti e non la tossicità per l’uomo. Infatti la valutazione di tossicità per l’uomo risulterebbe superflua dal momento che per legge è necessaria una valutazione sicurezza sostanza per sostanza.
Ricordiamo che il concetto di pericolo rappresenta un concetto assoluto, ma per valutare la sicurezza di un prodotto in cui è inserito un ingrediente “pericoloso”, il rischio che questo possa farci male va rapportato alla sua concentrazione in formula, alla sua capacità di passare la barriera cutanea, alla superficie sulla quale spalmo quel prodotto etc.
In generale si può dire che gli effetti negativi dipendono da quanto siamo “esposti” alla tal sostanza, un po’ come succede ad es. con lo smog cittadino. Proprio per questo le aziende cosmetiche europee sono obbligate a svolgere una valutazione di sicurezza ingrediente per ingrediente per dimostrare che i prodotti sul mercato sono sicuri.
Dalla nascita del biodizionario alle app cosmetiche di oggi.
Nasce circa 25 anni fa il biodizionario: un nuovo approccio attento all’ambiente.
L’approccio alla valutazione dell’impatto ambientale degli ingredienti cosmetici è un approcccio di cui ancora si dibatte molto poichè la norma cosmetici (Rrg. UE 2009/1223) valuta soltanto l’impatto sull’uomo e non sull’ambiente. Apprezziamo lo sforzo di chi ha cercato di proporre indicazioni di natura ecoambientale per gli ingredienti.
Si potrebbe affermare che l’inventore del sistema di tracciamento degli ingredienti su base ecotossicologica è il dott. Fabrizio Zago con il suo biodizionario.
E’ stato Il primo a proporre un sistema intuitivo, quello dei colori dei semafori: rosso, giallo e verde per classificare gli ingredienti.
I suoi progetti si sono evoluti nel sistema Ecobiocontrol.
Le app cosmetiche per valutare i prodotti
Abbiamo intervistato il dott. Fabrizio Zago scoprendo una persona piacevole, etica e amorevole verso il lavoro pur tuttavia mantenendo una obiettività critica. Si definisce un non-influencer e il suo sogno è rendere i consumatori responsabili.
Desidera un mondo meno inquinato, se possibile per nulla; il sogno è creare un circolo virtuoso valorizzando prodotti realizzati su base vegetale, a basso impatto di emissioni di CO2 e biodegradabili.
Ecobiocontrol
Di cosa si tratta? Il progetto Ecobiocontrol è molto strutturato, si rivolge al mondo dei cosmetici e di recente ha integrato una importante sezione dedicata alla detergenza.
Dal sito: “Lo scopo di questa iniziativa è di promuovere le materie prime di origine vegetale da fonte rinnovabile e dove appropriato di componenti provenienti dall’agricoltura biologica. (…)
Lo scopo principale di questo disciplinare è di identificare il percorso più semplice, meno oneroso e meno burocratico possibile in modo da poter far entrare nel mondo della sostenibilità il maggior numero possibile di protagonisti. Ogni azione sarà rivolta all’ottenimento di questo obiettivo.”
E ancora il fulcro del sistemo Ecobiocontrol: “le materie prime fabbricate dall’uomo possono essere utilizzate a condizione che la loro biodegradabilità sia elevata o elevatissima e che la tossicità per gli organismi acquatici, bio-accumulo eccetera sia molto bassa. Il riferimento è il Nuovo BioDizionario di EcoBioControl e in caso di dubbio il Comitato Scientifico.”
“I livelli di Biodegradabilità e di tossicità acquatica sono presi direttamente dall’ultima edizione della DID List pubblicata dalla UE per l’applicazione dell’EU Ecolabel.”
L’ idea alla base è il dialogo con i grandi enti preposti alle certificazioni per trovare soluzioni per creare prodotti di detergenza che non intacchino l’ambiente. Si propone anche di favorire quelle piccole realtà produttive che faticheranno a raggiungere gli standard imposti dalle nuove norme che vogliono tutto certificato come descritto nell’articolo dedicato.
Suggeriamo di approfondire il progetto Ecobiocontrol perché siamo sicuri si svilupperà ed entrerà di diritto nelle scelte dei più attenti all’ambiente.
Abbiamo anche chiesto al dott. Zago cosa ne pensasse delle varie app attuali di valutazione dei prodotti cosmetici e alimentari.
Prima però abbiamo raccolto informazioni sulle app che vi presentiamo di seguito.
App cosmetica Yuka
La famosissima app francese contestata da AGCM (o più comunemente Antitrust) analizza i prodotti cosmetici e alimentari. Attribuisce un giudizio al prodotto.
Non è dato di sapere però chi sia ad emettere sentenze sui prodotti cosmetici, infatti i giudizi, in gran parte, sono il frutto di una valutazione dei fruitori dell’app e spesso i riferimenti bibliografici riportati sono vetusti e quindi non più attuali secondo le conoscenze scientifiche attuali.
Un altro aspetto negativo è che nel caso vi siano modifiche alle formule l’app non viene aggiornata e quindi anche le formule dei prodotti cosmetici.
INCI Beauty
Inci Beauty: si tratta di una app francese indipendente, vanta una partnership con ingegneri e studenti di ingegneria presso la Sigma School of Chemistry di Clermont-Ferrad. Sembra essere un valido aiuto per verificare la presenza di ingredienti che provocano reazioni allergiche.
Detox me
Detox me è una app americana gratuita che fonda le sue considerazioni sul lavoro del Silent Spring Institute, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata allo studio e al reporting principalmente sulla prevenzione del cancro al seno. Sebbene la sua ricerca copra anche altri argomenti relativi alla salute. Nonostante i pregevoli sforzi dell’istituto le sue ricerche sono molto discusse in quanto non tengono in considerazione in concetti di esposizione alla sostanza.
Infatti Uno studio dell’istituto, riportato nel 2012, ha rilevato che un test su 50 prodotti per la casa come detergenti, cosmetici e prodotti per la cura personale ha rilevato una “quantità preoccupante” di prodotti “potenzialmente dannosi”.
I gruppi industriali hanno risposto rapidamente e negativamente: l’International Fragrance Association of North America ha affermato che lo studio è “un esempio di ricerca parziale e basata sulla difesa dei diritti” e il Personal Care Products Council ha affermato che “equiparare la semplice presenza di sostanze chimiche nei prodotti a un potenziale danno è sbagliato e spaventa inutilmente i consumatori.”
EWG app cosmetica
Sempre sulla ricerca scientifica si basa anche l’app EWG “Environmental Working Group” è un gruppo di attivisti americano specializzato nella ricerca e patrocinio nel settore dei sussidi agricoli per l’agricoltura biologica, studi dei prodotti chimici tossici, gli inquinanti dell’acqua potabile, si tratta di una società senza fini di lucro. Proprio in virtù del fatto che riceva finanziamenti dai produttori della catena biologica il lavoro di questo gruppo è contestato e le pubblicazioni vengono considerate fuorvianti e troppo allarmistiche.
Secondo Wikipedia: Secondo un sondaggio del 2009 condotto dalla George Mason University su 937 membri della Society of Toxicology , il 79% degli intervistati riteneva che l’EWG sopravvalutasse i rischi delle sostanze chimiche, mentre solo il 3% pensava che li sottostimasse e il 18% ritenesse che fossero accurati. Quackwatch, un sito web con sede negli Stati Uniti, autodefinito come una “rete di persone” fondata da Stephen Barrett , che mira a “combattere le frodi, i miti, le mode passeggere, gli errori e la cattiva condotta legati alla salute” ha incluso EWG nel suo elenco di “organizzazioni discutibili”, definendolo uno dei “[i] gruppi chiave che hanno cose sbagliate da dire sui prodotti cosmetici”.
Conclusioni: le app cosmetiche
Le app cosmetiche hanno senso, a nostro avviso, non tanto riguardo la valutazione di un cosmetico tout cour, quanto invece sull’impatto che gli ingredienti possono avere sull’ambiente.
L’impatto sulla salute infatti è valutato all’atto di valutazione di sicurezza del prodotto cosmetico.
Il criterio per valutare la sicurezza di un cosmetico, come si diceva all’inizio, è quello della valutazione del rischio.
Per valutare il rischio si prendono in considerazione variabili quali:
la concentrazione della sostanza all’interno della formula, la possibilità intrinseca che la sostanza venga assorbita e così via.
Concludendo si potrebbe affermare che è importante affidarsi ad aziende serie, che non vantano claim ambigui, ma prove di efficacia dei claim che espongono sia per la salute dell’uomo che per l’ambiente. Le informazioni sugli ingredienti non sono semplici da decifrare da parte dei consumatori, che purtroppo allarmati da informazioni contrastanti non sanno in che direzione muoversi. Il buon senso probabilmente è la risposta migliore, ma purtroppo anche il buon senso non è un concetto univoco. Di certo informarsi può aiutare a dipanare maggiormente i dubbi.