Vitiligine: che cos’è, cause, trattamenti e cosmetici
La cute è l’organo più esteso del nostro corpo e quello più visibile. Essa copre una superficie di circa 2 mq e costituisce circa un sesto del nostro peso corporeo. La pelle svolge delle funzioni vitali fondamentali.
La salute della cute ha anche un importante impatto psicologico nella vita in generale; difatti patologie a carico di questo organo, come la vitiligine, sebbene non influiscano sull’aspettativa di vita, ne condizionano la qualità.
Alterazioni dell’uniformità del colore della pelle infatti possono significativamente colpire l’autostima del soggetto, nonché rappresentare un trauma.
In questo articolo tratteremo cos’è la vitiligine e i principali trattamenti farmacologici e cosmetici impiegati, fermo restando che accettare se stessi e la propria unicità è il primo passo per vivere felici!
Anatomia della cute e vitiligine
La pelle (o cute) è un organo dinamico composto da tre strati: un epitelio pluristratificato altamente differenziato, l’epidermide, una impalcatura connettivale ricca di strutture vascolo-nervose, il derma, che poggia su un tessuto adiposo organizzato in lobuli detto ipoderma (sottocutaneo); ognuno di essi con delle mansioni specifiche. Gli annessi cutanei quali follicoli piliferi, ghiandole sudoripare e sebacee, unghie contribuiscono al funzionamento generale della cute stessa.
Diffuse nello strato più interno dell’epidermide si trovano cellule chiamate melanociti, che producono il pigmento melanina, tra i principali contribuenti al colore della pelle, che ha la funzione primaria di filtrare la radiazione UV proveniente dalla luce solare che danneggia il DNA delle cellule e causa numerosi effetti nocivi, compresi carcinomi cutanei e fotoinvecchiamento.
È proprio un’alterazione a carico di queste cellule che causa una malattia cronica della pelle nota come vitiligine.
Vitiligine: eziologia, classificazione, patogenesi
La vitiligine è una malattia cronica della pelle, non congenita e multifattoriale contraddistinta dalla comparsa su cute, peli e mucose di chiazze non pigmentate in cui risulta alterata la fisiologica presenza dei melanociti. Infatti, la vitiligine si potrebbe definire una malattia specifica dei melanociti poiché nelle zone non pigmentate queste cellule, che donano il colore alla pelle, sono totalmente assenti.
La vitiligine è una malattia acquisita che può comparire nel corso della vita dell’individuo, in particolare, diversi studi riferiscono che la metà dei pazienti affetti da vitiligine sviluppa la malattia prima dei 20 anni e circa il 25% di essi prima degli 8 anni.
Di recente la vitiligine è stata considerata come una sindrome multifattoriale in cui possono contribuire all’insorgenza della patologia fattori scatenanti come stress fisico (malattie gravi, operazioni chirurgiche, incidenti), infezioni ricorrenti e assunzione ripetuta di antibiotici, scottature solari, fattori chimici, fattori endocrini (diabete), malnutrizione, alterazioni psicologiche (shock psicosociale).
Tale patologia è caratterizzata da macule bianco latte variabili per forma e dimensioni. Sebbene sia più spesso localizzata sulle pieghe del corpo, la vitiligine può colpire sia zone cutanee che mucose. A volte si possono osservare peli depigmentati (leucotrichia) causati dal danno dei melanociti nei follicoli piliferi. Tale depigmentazione si può verificare anche in distretti come occhi, orecchie, cervello, cuore e polmoni.
Le manifestazioni cliniche non influenzano l’aspettativa di vita del soggetto colpito ma possono alterarne la qualità, specie appunto quando tale patologia colpisce le aree del viso con conseguenti ripercussioni psicologiche, rappresentando un profondo evento traumatico. Per una gestione ottimale della malattia è importante conoscere la tipologia di vitiligine, la quale si classifica in base alla storia naturale e alle sue caratteristiche cliniche in: vitiligine segmentale, che presenta una o più macchie in uno schema di mosaicismo lineare o simile a una bandiera, con una distribuzione unilaterale; vitiligine non-segmentale caratterizzata da disturbi della pigmentazione con diversa localizzazione, solitamente in uno schema simmetrico; infine può esistere un tipo di vitiligine indeterminata o non classificata.
Secondo alcune ipotesi, la patogenesi della vitiligine è probabilmente legata ad una componente immunitaria. Frequentemente si osserva la compresenza di patologie autoimmuni in pazienti affetti da vitiligine: patologie cutanee (psoriasi, alopecia areata, dermatite atopica…); extracutanee (anemia, sclerosi multipla, artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, malattie croniche intestinali). Inoltre, anche se più rari, soprattutto nell’infanzia, studi recenti sottolineano la possibile associazione di vitiligine a diverse patologie di natura endocrina (ad esempio ipoparatiroidismo) e disturbi infiammatori sistemici (come obesità e sindrome metabolica). Per di più, in pazienti affetti da vitiligine probabilmente vi è l’implicazione anche di alterazioni a carico di alcuni geni.
Tuttavia, l’esatta patogenesi della vitiligine non è stata ancora esattamente stabilita in maniera definitiva, ma da alcune ipotesi formulate recentemente, si pensa che essa sia una malattia autoimmune mediata da cellule T implicate nella immunità cellulo-mediata, innescata da un aumentato stress ossidativo nei melanociti che determina una risposta citotossica legata all’aumento e accumulo di Specie Reattive dell’Ossigeno (ROS), ossia radicali liberi altamente reattivi ed instabili. Ciò determina la compromissione del sistema antiossidante enzimatico con conseguente danno ai melanociti; infatti, negli individui affetti da vitiligine si è rilevata una maggiore attività dell’enzima preposto alla trasformazione dell’ossigeno in perossido di idrogeno e un decadimento dei fisiologici meccanismi antiossidanti nella pelle e nel sangue.
Terapie e trattamenti della vitiligine
Sono stati proposti per il trattamento della vitiligine diversi approcci terapeutici, sia di tipo farmacologico che chirurgico, con fondamentalmente due obiettivi: fermare la progressione della malattia e indurre la ri-pigmentazione delle lesioni per ottenere un risultato cosmetico accettabile.
Tra i trattamenti topici, vi è la terapia a base di Corticosteroidi Topici in particolare delle forme localizzate sul viso e in altre parti del corpo. Gli steroidi agiscono come agenti antinfiammatori e immunosoppressori. Tali farmaci hanno migliori risultati nella vitiligine infiammatoria; possono essere applicati una o due volte al giorno, in giorni consecutivi o a giorni alterni. Gli Inibitori Topici della Calcineurina sono considerati valide alternative ai corticosteroidi topici per il trattamento di forme di vitiligine localizzate. Agiscono come agenti immunomodulatori in quanto bloccano la calcineurina e di conseguenza inibiscono l’espressione delle citochine. Sono indicati anche per le lesioni facciali dove sembrano essere più sicuri degli steroidi, il cui utilizzo a lungo termine sembra essere legato all’insorgenza di glaucoma. Di solito, questi farmaci sono sicuri e ben tollerati. Gli effetti indesiderati più comuni sono sensazione di bruciore, prurito transitorio ed eritema nel sito di applicazione. A causa del potenziale rischio di neoplasie (ad esempio tumori cutanei e linfoma), essi non possono essere utilizzati nei bambini inferiori ai 2 anni.
Il Calcipotriolo è un analogo sintetico della vitamina D3, usato per molti anni nel trattamento della psoriasi per la sua capacità di regolare il ricambio epidermico. Anche se l’esatto meccanismo d’azione non è ancora chiaro, il calcipotriolo sembra stimolare la melanogenesi e fermare la distruzione dei melanociti da parte delle cellule T. Il Calcipotriolo viene applicato una volta al giorno e sembra essere meno efficace rispetto ai Corticosteroidi Topici. Il farmaco è ben tollerato e gli effetti collaterali più comuni sono rappresentati da una sensazione di bruciore transitoria o irritazione nel sito di applicazione.
Nei pazienti colpiti da vitiligine instabile, un’altra alternativa terapeutica potrebbe essere la somministrazione di Corticosteroidi Sistemici come betametasone, metilprednisolone, che sembrano essere utili per arrestare la progressione della malattia e stimolare la ri-pigmentazione. Tuttavia, a causa dei potenziali effetti collaterali ben noti, questi farmaci vengono di solito somministrati per un breve periodo o a intervalli di tempo e i dosaggi sono in genere stabiliti in base alle caratteristiche del paziente.
Importante è l’utilizzo della fototerapia. Le radiazioni ultraviolette (UVR), sia di tipo UVB che UVA, sono considerate una terapia di prima linea in particolare per la vitiligine estesa, grazie alla loro buona efficacia e tolleranza. I risultati delle UVR sono sia l’immunosoppressione che la stimolazione dell’attività dei melanociti. In particolare, l’utilizzo di raggi UVA1 potrebbe essere un’opzione terapeutica utile in quei pazienti con vitiligine che non hanno risposto alle fototerapie più convenzionali.
Inoltre, i trattamenti topici possono anche essere combinati con la fototerapia così da poter ottenere un risultato migliore e prolungato nel tempo.
È possibile trattare la vitiligine anche per mezzo di tecniche chirurgiche. Alla fine degli anni ’80 con lo sviluppo delle tecniche microchirurgiche e di coltura cellulare, sono iniziati i mini-trapianti di cute fino ad arrivare al trapianto di colture cellulari di soli melanociti.
Il mini/micro innesto di cute sana permette ai melanociti di migrare nelle zone carenti. Questi piccoli innesti vengono prelevati tramite piccoli punch di 1–0,8 mm da cute sana che andranno a sostituire altri punch effettuati in zona di vitiligine stabile. Tale metodica offre buoni risultati clinici e basso rischio di inestetismi cicatriziali.
Negli ultimi decenni sono stati introdotti nuovi approcci terapeutici non convenzionali per la correzione della vitiligine. Una ben documentata efficacia è stata evidenziata dagli agenti antiossidanti, dalla L-fenilalanina e dalle Prostaglandine E2. La grande famiglia degli antiossidanti potrebbe offrire un valido supporto nella terapia della vitiligine grazie alla loro attività di prevenzione radicalica, preservando la distruzione dei melanociti e determinando quindi la ri-pigmentazione cutanea. Tale effetto è stato dimostrato dall’acido alfa lipoico, da flavonoidi come la quercetina (anche ad uso cutaneo) e si potrebbe ipotizzare anche con il glutatione che ha una importante azione nella protezione dal fotoinvecchiamento.
La L-fenilalanina, amminoacido precursore della melanina, può essere somministrata per via orale o applicata per via topica in concomitanza all’esposizione a raggi UV; essa ha dimostrato una buona azione sulla ri-pigmentazione cutanea. La Prostaglandina E2 (PGE2) è un agente immunomodulante facente parte di un gruppo di sostanze che partecipano ad un’ampia gamma di funzioni corporee in grado di stimolare i melanociti. Di recente la PGE2, in formato gel, ha dimostrato essere efficace nel trattamento della vitiligine, in combinazione con corticosteroidi per uso topico e fototerapia target n-UVB.
Vitiligine: Soluzioni cosmetiche e supporto psicologico
La vitiligine determina un profondo impatto psicologico sul paziente, rischiando di rappresentare un vero stigma.
Una soluzione raccomandata è il Camouflage (o trucco correttivo) tramite l’utilizzo di prodotti cosmetici estremamente coprenti, come fondotinta resistenti all’acqua, alla sudorazione e allo sfregamento, arricchiti in filtri solari da fissare con ciprie traslucide per mimetizzare e proteggere le aree colpite da vitiligine.
A causa dei traumi psicologici a carico del paziente affetto da vitiligine, importante è la terapia cognitiva e il supporto psicologico, soprattutto per i bambini con vitiligine che possono essere vittime di bullismo; da non sottovalutare anche il supporto per i loro genitori, specialmente nei casi in cui è evidente l’impatto della malattia sulla loro qualità di vita.
Alla luce di ciò, voglio menzionare la supermodella Winnie Harlow che ha fatto della vitiligine il suo punto di forza sconvolgendo i classici canoni e diventando un’icona di bellezza non convenzionale, nel rispetto dell’unicità di ognuno di noi.
Immagine anteprima:
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CANNES, FRANCE – MAY 18: Winnie Harlow attends the ‘Loveless’ premiere during the 70th Cannes Film Festival on May 18, 2017 in Cannes, France.