Il pino
Tra gli alberi cosmici, gli alberi dell’immortalità, vi è il pino. Dagli antichi il pino era considerato anche simbolo di morte perché, se tagliato, non rinasceva.
Era considerato però anche simbolo di immortalità perché cresce in ambienti sfavorevoli ed è sempreverde.
Il pino era percepito come la nascita del Cosmo, simbolo di immortalità, moriva e resuscitava come nel mito di Attis. Nella mitologia il pino è l’albero in cui viene trasformato Attis, il pino sacro.
Attis era un giovane di bellezza straordinaria, protagonista, insieme con Cibele, di uno dei miti più potenti dell’antichità.
Il mito
Il mito racconta che dallo sperma di Zeus, caduto sulla pietra mentre il dio cercava di congiungersi alla Grande Madre, sia nato il demone Agdistis.
Tutti gli dei si spaventarono per la potenza di questo figlio di Zeus e mandarono Dioniso ad evirarlo. Dal sangue che ne sgorgò nacque un albero di melograno.
Un giorno si trovò a passare di lì Nana, la figlia del dio del fiume Sangarios; vide il frutto e lo colse.
Nana si ritrovò incinta e il padre le fece rinchiudere perché disonorata.
Agdistis però la nutrì con cibi divini finchè giunse al termine della gravidanza e partorì un bimbo.
Il padre di Nana, il dio del fiume, decretò che il bimbo venisse esposto destinandolo a morire di fame.
Venne però nutrito da un caprone col suo misterioso latte. Il piccolo fu chiamato Attis che nella loro lingua indicava un bel bambino oppure perché nutrito dal caprone che era detto “attagus”.
Attis crebbe e divenne bellissimo tanto che Agdistis se ne innamorò. Un giorno, però, il re Mida di Pessinonte decise di sposare Attis alla propria figlia.
Alle nozze comparve Agdistis che, suonando una siringa, il flauto dei pastori, fece impazzire tutti i convenuti.
Attis afferrò un pugnale e si evirò. Agdistis chiese di poter resuscitare Attis, ma Attis venne trasformato in pino.
Nelle Metamorfosi Ovidio scrive: “e il pino… caro alla madre degli dei …il cibeleo Attis per lei si spogliò della sua figura d’uomo indurendo in quel tronco “ Nei versi di Ovidio si rivela l’identità tra Agdistis e Cibele, la grande dea, la Dea Madre, la Grande Madre.
Arcaicamente la civiltà mediterranea era matriarcale, la Dea Madre rappresentava la totalità primordiale, racchiudeva in sé gli opposti era androgina, bisessuale.
Il pino è ermafrodita: porta cioè sulla stessa pianta fiori maschili e fiori femminili.
La nostra flora comprende: pinus cembra (cembro, cirmolo) pinus domestica o pino da pinoli che sono i suoi semi commestibili (pinus pinea) dalla caratteristica chioma ad ombrello, p. marittimo, p.nigra, p. di Aleppo, p.nero, pinus silvestris , pinus mugo ( da cui si ricava trementina ed essenza di trementina usata come balsamico).
La resina
Le conifere producono una oleoresina, cioè un misto di resina e olio essenziale. La resina è secreta dalla corteccia, è utilizzata in medicina, in cosmetica e nell’industria.
Dalla resina si ottiene l’essenza di trementina. L’olio essenziale di pino, tratto dalle sue gemme, è utilizzato nella cosmesi naturale per la produzione di detergenti, saponi, deodoranti.
L’olio essenziale è utilizzato anche per suffumigi e spray nasali per le sue proprietà balsamiche e antinfiammatorie.
Pino e Abete sono generi diversi. Il pino appartiene al genere Pinus mentre l’abete al genere Abies. Si distinguono per la diversa disposizione dei loro aghi, che nel pino sono inseriti a gruppi da 2 a 7 mentre gli aghi di abete sono inseriti ad uno ad uno
Il pino nel simbolismo orientale
In Estremo Oriente il pino è simbolo d’immortalità per le sue foglie sempreverdi.
Il legno di pino in Giappone viene usato per la costruzione dei templi shintoisti e per la fabbricazione degli strumenti rituali.
I Giapponesi, festeggiando il Capodanno, usano mettere a lato della porta d’ingresso della loro casa due pini per propiziarsi i Kami, le divinità che secondo la loro tradizione presiedono all’energia dell’universo, sono fondamentali oggetti di venerazione per la fede shintoista.
Oggetti o fenomeni indicati come Kami sono i fenomeni naturali come il vento o il tuono, o entità come il Sole, rocce, fiumi, alberi, montagne, oppure animali o spiriti ancestrali, insomma le forze della natura.
Sono le forze divine, la scintilla divina che alberga in ogni cosa o persona, rappresentano ciò che incute rispetto, timore per il mistero.
Lo shintoismo arcaico si è evoluto per l’influenza di fattori esterni e l’influsso di religioni straniere quale il Buddhismo. Nello shintoismo moderno i Kami sono considerati come spiriti antropomorfi e figure mitologiche quale la dea Amaterasu.
Amaterasu è la leggendaria antenata della dinastia imperiale giapponese che ha dato legittimità al potere imperiale, ha ispirato il nazionalismo nipponico come elemento di coesione nazionale.
Amaterasu nasce, insieme con il dio della luna e con il dio del mare e delle tempeste, dal bagno purificatore del dio creatore Izanagi.
Dopo alterne vicende, Amaterasu è colei che insegna agli uomini a coltivare il riso, ad allevare il baco da seta e a tessere. Questo mito si ricollega ai miti dell’Asia Orientale e a riti sciamanici.
Immagine in copertina: huper-JWAqFXFGIX4-unsplash.jpg
immagine interna: bryan-hanson-7NAmgKaYcJA-unsplash.jpg
immagine interna: christopher-rusev-UV5aY8N73dA-unsplash.jpg
immagine interna: zac-gudakov-IfkCIcJQOjM-unsplash.jpg