Le piante nell’alimentazione: il grano
In tempi in cui si parla molto di diete vegetariane e vegane, vediamo le piante sotto l’aspetto nutrizionale.
Parliamo di cereali e legumi.
Cereali:
- Sottogruppo del frumento (frumento o grano, segale, orzo e avena)
- Sottogruppo del mais (mais, sorgo, miglio, panico)
- Sottogruppo del riso (riso)
- Sottogruppo del grano saraceno (grano saraceno)
Il grano
Quando gli uomini, da cacciatori-raccoglitori, divennero stanziali, iniziarono a comprendere che alcune piante potevano essere coltivate.
Anticamente solo alcuni cereali erano conosciuti in limitate aree geografiche.
Gli archeologi hanno identificato l’area di domesticazione del grano nella zona tra i monti dell’Iran e dell’Anatolia, fino alla Palestina, compresa l’area detta “mezzaluna fertile” tra i fiumi Tigri ed Eufrate.
Le prime coltivazioni di grano (triticum aestivum) si ebbero in Oriente e da lì si diffusero nel bacino del Mediterraneo per poi espandersi verso l’Europa centrale.
Nel bacino del Mediterraneo erano conosciuti e utilizzati grano, orzo, farro.
Il grano duro (triticum durum) era coltivato invece nell’Africa centro-orientale.
Dal grano si ottiene un pane di grande valore alimentare. Dalla macinatura si possono ottenere farina e semola.
La farina è prodotta dalla macinatura del grano tenero e può essere: integrale (macinata cioè con le membrane esterne), di tipo 1 e 2 (con meno crusca), di tipo 0 (pochissima crusca) di tipo 00 (senza crusca).
La semola è il prodotto della macinatura del grano duro. Può essere integrale, semola e semola rimacinata (cioè più raffinata, con una granulometria più fine, quindi più adatta alla panificazione).
Secondo le linee guida per una corretta alimentazione italiana (INRAN) si dovrebbero assumere cereali in modo da fornire il 55% delle calorie giornaliere. Meglio carboidrati complessi (pane e pasta integrali).
Fin dall’antichità la spiga di grano ha rappresentato la fertilità della terra. L’uomo ha attribuito grande importanza al grano perché facilmente si poteva coltivare e conservare.
Tale è la sua importanza che ancora oggi nel gergo popolare si usa il termine “grano” quale sinonimo di denaro.
Il grano fu ed è ancora una unità di misura definita sulla massa media di un chicco di grano che equivale a gr. 0,0648.
Nei paesi anglosassoni è un’unità di misura molto usata da gioiellieri, farmacisti, benchè il peso possa variare, ma non di molto, a seconda dei paesi in cui vige o vigeva tale misura. Per convenzione internazionale il grano dei gioiellieri equivale a un quinto di carato.
Il grano nel mito
Fin dall’antichità il grano ha evocato la fertilità della terra e, poiché da sempre ha avuto grande rilevanza economica, è stato anche sinonomo di abbondanza, simbolo di fecondità.
Già nell’antico Egitto la spiga di grano divenne attributo di Osiride, ucciso e smembrato dal fratello Seth.
La moglie-sorella Iside ritrovò il suo corpo smembrato in quattordici parti e lo ricompose così che Osiride potesse risorgere nell’immortalità.
Divenne perciò simbolo di resurrezione e vegetazione; veniva a volte raffigurato disteso e dal suo corpo spuntavano 28 spighe, come i ventotto giorni del mese lunare.
Nell’antica Grecia, Demetra è la dea del grano. Il nome di Demetra allude alla divina maternità della terra oppure all’aspetto, ugualmente divino dell’agricoltura.
Nell’antica Grecia, Demetra è la dea del grano. Il nome di Demetra allude alla divina maternità della terra oppure all’aspetto, ugualmente divino dell’agricoltura.