Storia del profumo: dall’Ottocento al Terzo millennio
Il profumo e la Rivoluzione culturale tra Ottocento e Terzo Millennio
Dall’inizio del XIX secolo si accentua il ruolo dell’igiene e della profumazione come distinzione tra le classi sociali.
Nel XIX secolo le classi lavoratrici, costrette a vivere in condizioni misere, divengono oggetto di repulsione perché prive di qualsiasi nozione fondamentale di igiene.
Con l’avvento della Restaurazione, diventa imperioso cambiarsi d’abito più volte al giorno e dedicare ore alla cura del corpo, con costi elevati che ne precludono l’accesso alle classi meno abbienti.
Verso la fine dell’Ottocento si fa strada un nuovo sviluppo nell’industria dei profumi: si inizia a sintetizzare le molecole della fava tonka, della vanillina, delle note d’arancio. Si ricrea il profumo della violetta, si riesce a ricreare il profumo del mughetto, che non era possibile estrarre dai fiori.
Lo sviluppo della profumeria è tecnica ed arte allo stesso tempo.
Nei primi decenni del Novecento nascono Chypre di Coty, Mitsouko di Guerlain e il famoso Chanel n°5. Anche le essenze animali come ambra e zibetto vengono riprodotte con molecole di sintesi. Solo il castoreum non viene riprodotto per la complessità dell’operazione.
Il profumo, come l’abbigliamento e il gioiello, diventa simbolo di distinzione, di personalità.
Oggi il profumo ci avvolge ovunque, non solo la persona ma anche la casa; le fragranze ci accompagnano nella vita di ogni giorno, dalla biancheria profumata, ai pot-pourri, ai vaporizzatori.
I profumi influenzano i comportamenti umani
Secondo recenti studi, gli aromi diffusi nell’ambiente influenzerebbero i rendimenti lavorativi, la capacità di attenzione, la propensione all’acquisto, il tono dell’umore.
In ambito commerciale, si è verificato che la diffusione di aromi appropriati può influenzare gli acquisti da parte del pubblico.
Si studia la relazione tra la diffusione delle fragranze e la loro capacità di seduzione, aggiungendo una nota olfattiva alle implicazioni commerciali, ludiche o terapeutiche, in modo che ciascuno possa associare un odore all’immagine e convincersi della bontà e dell’autenticità del prodotto.
E’ appurato che la diffusione di profumi “ad hoc” in spazi di vendita aumenta la propensione all’acquisto.
Questa manipolazione commerciale con l’uso di aromi è definita “incitamento all’acquisto”.
Questi “incitamenti all’acquisto” sono ormai pratica comune: aroma di pane e brioche appena sfornati diffusi nei panifici industriai e nei reparti di panetteria dei supermercati; fragranze fiorite nebulizzate dai fiorai sulle piante non profumate, addirittura aroma di caffè ( che sembrerebbe avere proprietà rassicuranti) diffuso da alcune compagnie aeree prima dell’imbarco.
Questo “marketing sensoriale” è stato studiato valutando il comportamento di due diversi acquirenti, in due diversi negozi, di fronte allo stesso paio di scarpe. Così è stato dimostrato che il cliente è meglio disposto all’acquisto e disposto a spendere di più nel negozio ove era stato diffuso un buon profumo.
Questo progetto non si limita all’ambito commerciale: ha finalità educative ed anche terapeutiche.
La percezione polisensoriale migliora la memorizzazione e facilita l’apprendimento.
E non è da oggi. Ricordo che mia figlia, oggi quarantenne, aveva da bambina un libretto in cui erano rappresentate figure di vegetali, animali ed oggetti abbinati alla lettera iniziale e ad un odore. Grattando le figure se ne percepiva l’odore (se si grattava l’immagine della pizza, si sentiva l’odore della pizza).
Anche in campo terapeutico la diffusione di profumi ha utilizzi interessanti
In campo terapeutico ad esempio viene utilizzato il profumo con pazienti che perdono la percezione del tempo, dell’alternanza giorno/notte.
La diffusione di aromi quali caffè e brioches appena sfornate al mattino piuttosto che effluvi rilassanti la sera, può essere molto utile a ristabilire l’equilibrio percettivo.
Nelle malattie di perdita cognitiva in particolare, l’abbinamento di immagini e odori potrebbe ripristinare un senso di identità.
Al profumo l’era moderna attribuisce quasi virtù terapeutiche, si privilegiano simboli che si rifanno alla natura.
Persino alcuni musei, cito ad esempio il museo egizio di Torino con il suo percorso olfattivo ma soprattutto l’Osmothèque di Versailles, la parfumerie Molinard di Grasse, la parfumerie Fragonard a Parigi, il museo degli aromi e dei profumi di Graveson en Provence ed altri, propongono l’olfatto come mezzo privilegiato per il ritorno alla natura.
E’ di questi giorni e fino al gennaio 2021 la mostra che si tiene ai musei reali di Torino: “Per fumum, Incensum” suggestioni dalla terra dell’Oman. Una mostra che vale la pena di visitare….la valle dell’incenso, la mirra, l’oud, l’Attar o acqua di rose.
Il profumo e il marketing
L’olfatto deve distinguere tra pulito, lavato, profumato come autentico e rigettare il profumo come mezzo per coprire gli odori, i “sentori” simboli di animalità.
L’ultima novità è rappresentata dallo SMAIL ( contrazione di smell=odore e mail=posta ) cioè un sistema in grado di inviare posta profumata.
Questo sarebbe un ulteriore tentativo di sottolineare la propria identità, il proprio individualismo attraverso una connotazione olfattiva, una “firma” olfattiva riconducibile ad un solo proprietario.
Questo uso di “firma olfattiva” rappresenterebbe una sorta di “logo” personale per ovviare al rischio di un uso non autorizzato della posta elettronica.
Recentemente un nuovo progetto si è sviluppato: le applicazioni multimediali di tipo olfattivo.
Il profumo fa da collegamento ad immagini e percezioni che riportano ad esperienze vissute e fanno da supporto all’e-commerce. Quando l’utente vede l’immagine di un prodotto sul web, sentire odori e profumi familiari lo predispone più favorevolmente all’acquisto.
Questo non significa ovviamente che l’utente installi vicino al proprio PC un dispositivo che rilasci profumi. All’utente è chiesto di installare un software che si connetta ai diversi tipi di diffusori presenti nell’ambiente, che rilascino effluvi con metodi diversi: ventilazione, riscaldamento, nebulizzazione…
Per concludere: il profumo ha avuto sempre molti aspetti, da quello religioso, anticamente, a quello più recente di pulizia, deodorante, cosmetico, ludico, terapeutico e commerciale.
Non dimentichiamo però una fondamentale distinzione: quella tra le “fragranze” create dai “nasi virtuosi” del profumo ed il suo uso industriale e commerciale.
I profumi animali
Già si è detto che le conquiste di Alessandro Magno contribuirono a ricercare in Asia e a diffondere poi nell’area mediterranea, l’uso delle essenze.
Così fu conosciuta e portata dai soldati della spedizione di Alessandro, l’ambra grigia.
L’ambra grigia non va confusa con l’ambra gialla, una resina fossile usata in gioielleria. L’ambra grigia è costituita dalle concrezioni intestinali del capodoglio e di altri cetacei.
Il castoreo è un liquido secreto dalle ghiandole genitali del castoro.
Il muschio proviene dalla ghiandola prepuziale del “Moschus moschiferus” o cervo muschiato, un cervice asiatico.
Il muschio del cashmir.
Il maschio di questo piccolo cervo ha due ghiandole sotto la pancia che producono piccole palline di una sostanza molto odorosa: il muschio. Questi grani profumati sparsi sul terreno servono a delimitare il suo territorio e attirare le femmine.
Lo zibetto
E’ un mammifero carnivoro diffuso in Africa e in India:”Civettictis civetta” le cui ghiandole perineali producono una secrezione(zibetto )