Benessere intestinale: come prendersi cura dell’intestino
Le principali funzioni dell’intestino
L’intestino è un organo pieno di sensibilità, responsabilità e volontà di rendersi utile. Se lo trattiamo bene, lui ci ringrazia. E ci fa del bene: l’intestino allena due terzi del nostro sistema immunitario.
Dal cibo ricava energia per consentire al nostro corpo di vivere. E possiede il sistema nervoso più esteso dopo quello del cervello.
Le allergie, così come il peso e persino il mondo emotivo di ognuno di noi, sono intimamente collegati alla pancia. (cit Giulia Enders-L’Intestino Felice)
Quando tratto un argomento, mi piace iniziare rendendo al mio interlocutore una collocazione spazio temporale del nostro oggetto. A mio avviso, ciò consente di iniziare una vera e propria visualizzazione del tema che approfondiremo, con la speranza che risulti di concreto interesse ed utilità per il lettore.
Parlando di intestino, senza addentrarci nella materia anatomica, ricordo che si trova a valle di un complesso sistema di organi che prendono il nome di “apparato digerente”. La collocazione anatomica è strettamente collegata al ruolo funzionale dell’organo che si inserisce in un complesso sinergico e sincronizzato.
E’ per questo che quando consideriamo l’intestino non possiamo prescindere dalla fisiologia dell’intera funzione digestiva e dalle strette interconnessioni che vi sono fra i vari organi.
Fattori che possono indurre disordini intestinali
Immaginate una perfetta catena di montaggio, dove, ogni operaio, magistralmente istruito e coordinato, si occupa di compiere una procedura che nel suo complesso porterà al prodotto finale. Porterà alla perfetta digestione e assorbimento dei nutrienti e l’escrezione delle sostanze di scarto.
Ogni sostanza che ingeriamo compie un viaggio attraverso il canale digestivo e viene processata a carico di ciascun organo della digestione. Gli alimenti introdotti nel corpo attraverso la bocca arrivano allo stomaco passando per l’esofago, poi nell’intestino tenue e, infine, nell’intestino crasso.
Viene logico in questa visione immaginare come, nel caso qualcosa a monte non dovesse funzionare nel modo migliore, sarà l’intestino che si farà carico di compensare quel passaggio mancante o incompleto.
Così, quando manifestiamo disordini intestinali, la medicina funzionale ci invita a non focalizzarci solo sul sintomo, ancorché importante e a volte invalidante, ma per una reale risoluzione del disturbo, su ciò che a monte potrebbe aver creato il problema. Questo approccio darà sempre un risultato anche solo in termini di alleggerimento del carico di lavoro dell’organo. Non trascuriamo il fatto che sovente l’organo, o il comparto che manifesta un sintomo, è proprio quello che, essendo più forte ed efficiente, si prende la responsabilità di evidenziare una funzione carente in un’ altro distretto correlato ad esso.
Ad esempio già quando mastichiamo frettolosamente il cibo, oppure siamo distratti da una discussione, dal pc o da un telegiornale durante il pasto, inficiamo il corretto incipit digestivo.
Inoltre, stress e farmaci possono inibire la secrezione acida dello stomaco, riducendone quindi il potere digestivo e disinfettante sul cibo. In entrambe le situazioni il risultato è che l’intestino si troverà a far fronte ad un carico di lavoro supplementare, dovendo gestire il bolo non correttamente processato e con una carica batterica superiore.
Non solo, ma potrebbe essere costretto a mettere in atto meccanismi di compensazione per aumentare per esempio la superficie assorbente.
Il microbiota intestinale
La nostra visione della fisiologia dell’intestino si estende, inoltre, ad un concetto più ampio di ecosistema intestinale. Quest’ultimo, infatti, comprende tre componenti: la barriera intestinale, che è un filtro molto selettivo e importante per il benessere dell’intero organismo, una struttura di tipo neuroendocrino oggi chiamata comunemente “secondo cervello” e, infine, il microbiota intestinale che, pur non essendo un vero e proprio organo, funzionalmente ci appartiene (anche se non dal punto di vista anatomico) e da sempre ci accompagna nell’evoluzione filogenetica.
Il microbiota intestinale è una complessa comunità di microrganismi simbionti (prevalentemente batteri, ma anche lieviti, parassiti e virus) che secondo alcuni autori arriverebbero a contare
complessivamente oltre 10 volte le cellule totali del nostro corpo… Secondo voi è una popolazione trascurabile?!?
Una condizione di equilibrio in cui le varie specie convivono e cooperano in maniera funzionale al benessere dell’ospite è definita “eubiosi”. In questo contesto il nostro microbiota intestinale svolge importanti funzioni, prima fra tutte quella di protezione grazie all’ antagonismo competitivo nei confronti dei ceppi patogeni, ma anche di regolazione del metabolismo e di salvaguardia della fisiologia dell’ospite, fornendogli una serie di attività metaboliche che l’ospite non ha evoluto , con un forte impatto su omeostasi energetica e immunitaria e modulazione della funzione neurologica ed endocrina. (https://microbioma.it/gastroenterologia/microbiota- intestinale)
Non solo, ma anche l’integrità della barriera intestinale è strettamente interdipendente da una equilibrata flora batterica residente e dai suoi metaboliti.
E a sua volta una barriera intestinale integra permette un passaggio selettivo di sostanze nel circolo sanguigno, controllando in questo modo l’assorbimento dei nutrienti, ma anche il passaggio di tossici ambientali o di sostanze che non correttamente processate possono dare luogo a fenomeni di intolleranza o allergia, incrementando in generale l’infiammazione cronica sistemica.
Il microbiota intestinale è una popolazione estremamente dinamica e adattabile. Si può dire che ognuno di noi nasca con un microbiota specifico corrispondente per così dire ad un’impronta digitale, pur ovviamente con alcune similitudini di fondo legate all’età, alla latitudine e naturalmente allo stile di vita.
Va da sé, quindi che l’alterazione di questi parametri può determinare delle variazioni nel nostro microbiota con conseguente predominanza di alcuni ceppi.
Alimentazione per combattere il gonfiore addominale
Mi soffermo in particolare sul fattore di cui più dovremmo essere in controllo, ossia l’alimentazione.
Un’alimentazione eccessivamente sbilanciata in termini di proteine può dar luogo ad una eccessiva proliferazione di batteri putrefattivi, viceversa un’alimentazione eccessivamente ricca di carboidrati e fibre favorisce lo sviluppo di una flora fermentativa, con manifestazioni decisamente diverse.
Per esempio il gonfiore addominale sottombelicale è più tipicamente correlato ad un eccesso di flora microbica putrefattiva, mentre il gonfiore addominale diffuso è più connesso ad uno sbilanciamento della flora batterica a favore della popolazione fermentativa.
Ma ciò su cui mi piace riflettere con voi è che secondo la lente di lettura funzionale, parliamo di adattamento ad una condizione, ossia quella che definirei una “disbiosi funzionale”.
Sebbene siano necessari ulteriori dati a supporto della tesi vegetariana e vegana che permettano di comprendere appieno il ruolo dell’alimentazione nella modulazione del microbiota intestinale, i risultati di un recente studio (la dieta influenza le funzioni del microbiota intestinale, rivista Nature) suggeriscono che le diete ricche di vegetali hanno un impatto potenzialmente benefico sulla salute umana.
Oltre a promuovere la crescita di una flora batterica residente equilibrata, le fibre, o carboidrati complessi presenti nei vegetali, vengono digeriti nel colon a opera di specifici batteri i quali, grazie a un peculiare corredo enzimatico, riescono a trasformarle in metaboliti benefici per la salute dell’ospite, in particolare in acidi grassi a catena corta o SCFAs. Questo emerge da uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Nature (Comprensione del potenziale prebiotico di diverse fibre alimentari utilizzando un modello di fermentazione continua in vitro per adulti (PolyFermS) da rivista Nature).
Tra i metaboliti ad azione benefica sulla salute ricordiamo acetato, propionato e butirrato, ma anche la flagellina. Nel complesso gli studi suggeriscono che tali sostanze abbiano un impatto favorevole sulla salute, grazie alla modulazione dell’infiammazione e alla riduzione del rischio tumorale.
Naturalmente, per completezza, possono esserci molti altri campi di disturbo che alterano il microbiota, fra cui stress, fumo, alcool e farmaci.
In generale il messaggio che mi sta a cuore trasmettere a chi legge è, in primis, di non focalizzarsi sul sintomo.
Il sintomo rappresenta una spia di un disagio gerarchicamente superiore.
Inoltre uno stile di vita sano può influenzare positivamente il benessere della funzione intestinale e dell’organismo nel suo complesso.
Rimedi fitoterapici per un intestino sano
Enzimi digestivi
Gli enzimi digestivi (amilasi, lattasi, proteasi, cellulasi, lipasi)…non si negano a nessuno! Tutti abbiamo diritto ad una miglior digestione. Spesso compromessa da stress, farmaci, masticazione inefficace…gli enzimi digestivi migliorano la processazione del cibo in maniera che arrivi all’intestino correttamente elaborato. Supportano il nostro corredo digestivo facilitando l’assimilazione dei nutrienti e contrastando fenomeni di intolleranza indotti da insufficienza enzimatica.
Probiotici e prebiotici
Probiotici: i probiotici, da definizione dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO) sono quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo. Senza entrare nella specificità dei singoli ceppi, in generale i probiotici si possono classificare come:
– agenti probiotici batterici;
– agenti probiotici non batterici. Fra questi ultimi il Saccharomyces boulardii (Sb) è l’unica specie di lievito terapeutico il cui beneficio come probiotico sia stato dimostrato (Marchand e Vandenplas, 2000). La sua elevata resistenza all’ambiente acido gastrico gli consente di arrivare a target dove esercita un effetto di antagonista diretto su molti patogeni. Di fatto si tratta di un microrganismo transiente che non colonizza il nostro intestino ma riequilibra la normale popolazione residente.
Prebiotici: sono sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e/o l’attività di uno o più ceppi di batteri benefici presenti nel colon. Sostanzialmente si tratta di cibo buono per i nostri batteri buoni. L’inulina presente nella maggior parte dei vegetali rappresenta un prebiotico d’eccellenza. Ma naturalmente una situazione particolarmente compromessa o un’alimentazione povera di vegetali può richiedere un’integrazione supplementare di fibre prebiotiche quali FOS,α-GOS, β-glucani e XOS.
Altri rimedi naturali per il benessere dell’intestino
Fra i molti rimedi naturali a sostegno del benessere intestinale ne cito alcuni, forse meno consueti. Di questi, molti costituiscono dei veri e propri superalimenti che arricchiscono la nostra dieta di micronutrienti importanti e fitocomplessi dalle interessanti virtù terapeutiche.
Fragraria vesca -Fragola
PARTI UTILIZZATE O DROGA: foglie tenere (prima della fioritura), i frutti (a maturità) rizoma (prima della vegetazione) PRINCIPI ATTIVI: tannini, vitamine, sali minerali, mucillagini. Sulla mucosa intestinale ha un’azione astringente e antinfiammatoria .
Foeniculum officinale
I frutti del finocchio, impropriamente chiamati semi, contengono un’essenza, di cui l’ anetolo è il maggior costituente. Possiede proprietà digestive riconducibili alla stimolazione della secrezione salivare e della motilità gastrica e intestinale, con effetto benefico su meteorismo e aerofagia.
Melissa officinalis
Le foglie di melissa, ricche di olio essenziale che conferisce alla pianta il caratteristico aroma di limone. Sono impiegate negli stati di iperattività neurovegetativa con somatizzazioni a carico del sistema gastroenterico. Per la sua azione antispasmodica, antinfiammatoria e carminativa è indicata in caso di disturbi della digestione, nausea, flatulenza crampi addominali e colite.
Immagine anteprima: di sdecoret; immagine interna batteri sui villi di nobeastsofierce; immagine cibo per la salute di POLIGOONE; donna di mi_viri