Indicazioni sull’uso corretto e somministrazione antibiotici
Gli antibiotici sono visti come la panacea, ma l’uso corretto e le modalità di somministrazione meritano indicazioni utili perchè funzionino e perchè inducano meno problemi possibile. Per questo motivo, in questo articolo, si evidenziano indicazioni sull’uso corretto e somministrazione di antibiotici e i possibili scenari negativi che derivano dall’uso improprio.
Indicazioni sull’uso corretto di antibiotici e loro somministrazione
L’istituto Mario Negri si occupa di ricerca farmacologica e collabora con le istituzioni per redigere linee guida e opuscoli informativi che il Ministero della Salute divulga come per esempio: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_76_allegato.pdf
Gli antibiotici sono efficaci solo contro le infezioni batteriche; ciò significa che non aiutano a guarire dalle infezioni causate da virus come i raffreddori o l’influenza. In sintesi, i consigli da seguire secondo le indicazioni dell’Istituto Mario Negri:
- Gli antibiotici non impediscono la trasmissione dei virus tra le persone.
- Prendere antibiotici quando non servono, ad esempio contro il raffreddore o l’influenza, non porta alcun beneficio.
- L’uso non appropriato degli antibiotici ha come unica conseguenza lo sviluppo di resistenza nei batteri, cosicché può accadere che gli antibiotici non funzionino più proprio nel momento in cui sono necessari.
- Gli antibiotici inducono spesso effetti collaterali, come diarrea.
- Seguire sempre le indicazioni del medico prima di prendere un antibiotico.
Cos’è la resistenza agli antibiotici?
La resistenza agli antibiotici è l’abilità dei batteri di combattere l’azione di uno o più antibiotici. Quando si sviluppa resistenza significa che il tal antibiotico non è più in grado di uccidere quel microorganismo.
In media, 10780 persone muoiono ogni anno in Italia a causa di infezione da uno degli otto batteri antibiotico resistenti. Si stima che entro il 2050, un totale di circa 450.000 persone morirà a causa dell’antibiotico-resistenza.
L’antibiotico resistenza costerà all’Italia 13 miliardi di dollari da qui al 2050.
Come si valuta se un antibiotico è attivo o meno contro un microorganismo? Nel singolo individuo che presenta una patologia di origine batterica si esegue un antibiogramma. L’antibiogramma è un test eseguito su colonie batteriche che derivano da campioni di urine, tamponi o campioni di feci. Tramite tale test si valuta la sensibilità del microorganismo ad un elenco di diversi antibiotici.
Come si riduce l’impatto della resistenza agli antibiotici?
Gli antibiotici vanno usati solo se prescritti dal medico e seguendo le sue indicazioni sulle modalità d’impiego; questo per far sì che gli antibiotici continuino ad essere efficaci anche in futuro.
La terapia antibiotica non va interrotta prima dei giorni di terapia prescritta anche se si sta bene. Si tratta di un rischio sanitario che riguarda non solo la persona che assume gli antibiotici in modo improprio, ma anche chi sarà successivamente contagiato da questi batteri resistenti. Ognuno di noi può contribuire a far sì che gli antibiotici continuino ad essere efficaci.
Se continueremo ad usare gli antibiotici nella stessa quantità di oggi, l’Europa potrebbe tornare all’epoca in cui non c’erano antibiotici, quando ammalarsi di una comune infezione batterica come la polmonite equivaleva ad una sentenza di morte. Potrebbe, cioè, accadere in futuro che gli antibiotici non funzionino più proprio nel momento in cui sono necessari.
Cinque errori nell’uso di antibiotici:
- Gli antibiotici non utilizzati non vanno conservati, ma smaltiti secondo le modalità previste riponendole nei contenitori che si trovano presso le farmacie. Non vanno gettate nei rifiuti, nel lavandino o nel water.
- Saltare le dosi, o intervalli troppo lunghi tra una somministrazione e l’altra, possono diminuire l’efficacia e aumentare il rischio di resistenza. Anche interrompere troppo presto la terapia può favorire la resistenza dei batteri agli antibiotici;
- le comuni norme igieniche, come il lavaggio frequente delle mani e coprire naso e bocca con un fazzoletto di carta quando si tossisce e si starnutisce, consentono di ridurre il rischio di ammalarsi e di trasmettere ad altri virus e batteri;
- anche agli animali da compagnia va somministrato l’antibiotico solo se è il veterinario a prescriverlo. Negli allevamenti intensivi l’uso di antibiotici, senza controllo, può portare ad una maggior possibilità di veicolare batteri resistenti agli antibiotici.
- Gli ortaggi possono essere contaminati da batteri resistenti agli antibiotici provenienti dal letame usato per concimare. In questo modo tali batteri possono diffondersi all’uomo tramite il cibo e il contatto diretto con gli animali. Si rimanda nuovamente a far attenzione alle basilari norme igieniche: lavare bene frutta e verdura, lavare frequentemente le mani.
Nel prossimo articolo gli effetti collaterali noti e le ultime scoperte sulle interazioni con le difese immunitarie: in pubblicazione per la giornata europea degli antibiotici: 18 novembre Save the date!
Bibliografia:
le scienze febbraio 2020 https://www.lescienze.it/archivio/articoli/2020/01/31/news/il_costo_dei_batteri-4669629/
https://www.marionegri.it/magazine/antibiotici
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_76_allegato.pdf
Immagine in evidenza: di solarseven