Integratori per le difese immunitarie
Una delle domande stagionali più frequenti di questo periodo riguarda quali integratori utilizzare per le difese immunitarie.
In particolare quest’anno, il problema è molto sentito e i consigli riguardo gli integratori per le difese immunitarie si sprecano sia per adulti che per bambini.
In questo articolo si trova una carrellata di sostanze utilizzate per modulare le difese, la loro funzione per l’organismo e una veloce panoramica su quelle mirate alla prevenzione Covid-19 secondo gli ultimi studi pubblicati.
L’integrazione tuttavia è solo uno degli aspetti che riguardano le difese immunitarie: lo stile di vita è fondamentale (alimentazione, stare all’aria aperta, salute dell’intestino e microbiota e attività sportiva).
I cinque capisaldi per mantenere attive le difese immunitarie:
- Lavarsi spesso le mani permette di rimuovere microorganismi presenti su tutte le superfici che tocchiamo.
- Respirare dal naso e non dalla bocca (la mucosa nasale è provvista di un sistema di “autodifesa” grazie alle vibrisse e al muco: il muco aggancia i microorganismi e le visbrisse spingono il muco con ciò che vi rimane adeso all’esterno delle cavità nasali). Utilizzare la mascherina aiuta a prevenire numerose infezioni.
- L’aria secca prodotta in locali surriscaldati e chiusi, dove scarseggia l’areazione, riduce la funzionalità della mucosa nasale e indirettamente riduce le nostre difese.
- Cattive abitudini come alcool, fumo, mancanza di sonno, carenza di idratazione, carenza di sostanze nutritive e perfino l’eccessivo consumo di zucchero sono fattori che tolgono molte chance al nostro sistema immunitario.
- E’ importante sottolineare che l’alimentazione gioca un ruolo chiave e quindi iniziamo dal cibo.
Alimentarsi correttamente per migliorare le difese
Gli ultimi studi non lasciano dubbi: la dieta mediterranea contribuisce in maniera fondamentale a mantenerci sani. Gli integratori alimentari possono garantire il fabbisogno di alcune sostanze, ma non raggiungono la complessità di un alimento sano ed integro. In particolare rivestono un ruolo chiave vegetali e frutta, meglio bio per ridurre i contaminanti e garantire stagionalità e rispetto dei tempi di maturazione. Fibre e polisaccaridi complessi (pane e pasta integrali e legumi), proteine di varia natura e olio EVO.
Bisogna assumere le quantità corrette di alimenti per non ingolfare l’apparato digerente e non bisogna ingerire cibo spazzatura (leggi nostro articolo correlato) che innesca processi infiammatori che coinvolgono tutto l’organismo.
Uno studio scientifico appena pubblicato su Gut (bibliografia in calce) dimostra come la ‘correzione nutrizionale’ basata sulla dieta mediterranea, tramite aumento degli apporti di fibre, vitamine (C, B6, B9, tiamina) e minerali (Cu, K, Fe, Mn, Mg), possa rimodulare favorevolmente in pochi mesi il microbiota intestinale anche nelle persone anziane.
Come già sottolineato in altri articoli, gli antiossidanti giocano la partita più importante perchè lo stress ossidativo indotto dal virus sembra aprire la strada alle complicanze indotte da Covid-19. Importante quindi assumere alimenti ricchi di glutatione (prodotto dal nostro organismo, si trova anche in alcuni vegetali tra cui l’asparago, l’avocado, gli spinaci, le pesche e le mele), vitamine C e D, tra gli altri. Leggi anche: https://scienzacosmetica.com/discipline-naturali/cibi-per-rafforzare-le-difese-immunitarie/
Vitamine per il sistema immunitario
I micronutrienti hanno ruoli vitali per tutto il sistema immunitario. Fondamentali per l’immunità sono le vitamine A, C, D, E, B6 e B12, l’acido folico. Oltre a ferro, rame, selenio e zinco.
Vitamina D. Le cellule immunitarie innate (ad es. monociti, macrofagi, cellule dendritiche) presentano sulla membrana un recettore della vitamina D che ne fa aumentare il differenziamento, ne stimola la proliferazione e la produzione di citochine. La forma attiva della vitamina D (1,25-diidrossivitamina D3) regola la produzione di proteine antimicrobiche, che possono uccidere direttamente i patogeni, in particolare i batteri. https://scienzacosmetica.com/integratori/vitamina-d/
In natura assumiamo vitamina D grazie a olio di fegato di merluzzo, salmone, sardine, aringhe e sgombro, tonno (pesci grassi in generale).
Ostriche e gamberi. Burro, tuorlo d’uovo, carne di fegato e formaggi grassi.
Funghi come unica fonte vegetale.
Vitamina C. Efficace antiossidante contro i ROS (Reactive Oxygen Species) che si formano quando i batteri nocivi alla salute vengono uccisi dalle cellule immunitarie. Rigenera altri antiossidanti, come il glutatione e la vitamina E. Promuove la sintesi del collagene, sostenendo in tal modo l’integrità delle barriere epiteliali. Stimola la produzione, la funzione e il movimento dei leucociti (ad es. neutrofili, linfociti, fagociti). Ha un ruolo nelle attività antimicrobiche. https://scienzacosmetica.com/integratori/perche-la-vitamina-c-e-importante-per-la-nostra-pelle/
Vitamina A. Vitamina liposolubile che aiuta a mantenere l’integrità strutturale e funzionale delle cellule della mucosa, barriere innate (es. pelle, vie respiratorie, etc.). È importante per il normale funzionamento delle cellule immunitarie innate (macrofagi, neutrofili). Interviene nel corretto funzionamento dei linfociti T e B, quindi per la generazione di risposte anticorpali all’antigene. https://scienzacosmetica.com/integratori/vitamina-a-in-naturopatia-aiuta-la-vista-e-le-mucose-del-nostro-corpo/
In natura è disponibile in olio di fegato di merluzzo, fegato, peperoncino piccante, albicocche secche, carote, broccolo e cavolo verde, patata dolce, zucca (frutta e verdura colorata giallo-arancio).
Vitamina E. È un importante antiossidante liposolubile, che protegge l’integrità delle membrane cellulari dai danni causati dai ROS. Migliora la produzione di interleuchine, le funzioni delle cellule T-mediata e la proliferazione dei linfociti. Interviene nella risposta dei globuli bianchi favorendone la funzione contro i batteri.
In natura disponibile negli oli vegetali (arachidi, mais, girasole, olio extravergine di oliva), peperoncino, semi di girasole, mandorle, curry, origano, nocciole, avocado, kiwi.
Vitamine B6 e B12 aiutano a regolare l’infiammazione. Hanno un ruolo nella produzione di anticorpi, nella produzione di citochine e nella proliferazione e nella differenziazione dei linfociti. Mantengono la risposta immunitaria mediata dai linfociti. https://scienzacosmetica.com/integratori/vitamine-b1-b6-e-b12/
La B6 è disponibile in natura in alimenti quali: cereali e farine integrali, lenticchie, latte, avocado, frutta secca, peperoni, spinaci, broccoli. Per la B12 i formaggi stagionati, prodotti a base di soia, uova, latte, fegato e frattaglie, molluschi, pesce (tonno, merluzzo, sardine e sgombro).
Acido folico. Mantiene l’immunità innata. È importante per la risposta anticorpale agli antigeni. Supporta la risposta immunitaria mediata da linfociti. In natura si trova in fegato e frattaglie; asparagi, broccoli, carciofi, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori e cereali integrali, legumi, arance, fragole e frutta secca.
Vitamina F o Omega3 (EPA e DHA) precursori di molecole antinfiammatorie prodotte dal nostro organismo, aumentano la rigenerazione dei tessuti e coadiuvano i macrofagi. Si trovano nei semi di lino e suoi oli, nelle noci, canapa e chia. In alcuni pesci grassi come salmone fresco ed affumicato, merluzzo, tonno e sardine.
Metalli e difese immunitarie
Alcuni metalli giocano un ruolo importante nel modulare le riposte immunitarie. Favoriscono la differenziazione e proliferazione dei linfociti T, la produzione di anticorpi e nell’immunità cellulare, nonché l’azione antiossidante (selenio e zinco). Quali e dove:
- selenio in cereali integrali, semi di senape e girasole, uova;
- ferro nel fegato, carne bovina e di cavallo, uova, alcuni pesci (acciuga, cefalo, sarda, tonno), legumi e frutta secca,
- zinco nel pesce e la carne, cereali (germe di grano e avena), legumi, frutta secca e semi (zucca, sesamo e girasole),
- rame in fegato e frattaglie, funghi, anacardi, lenticchie, mandorle.
Sostanze naturali per le difese immunitarie: lattoferrina
La lattoferrina, una glicoproteina dell’immunità naturale, può essere utile per contrastare l’infezione e l’infiammazione causate dal nuovo coronavirus. Uno studio italiano riporta i dati confortanti di una sperimentazione con lattoferrina al Policlinico Tor Vergata a Roma. (Bibliografia in calce)
La lattoferrina, una glicoproteina dell’immunità naturale, può essere utile per contrastare l’infezione e l’infiammazione causate dal nuovo coronavirus, agendo come barriera naturale della mucosa sia respiratoria che intestinale, e ripristinando i disturbi del ferro legati alla colonizzazione virale. Questo è quanto concludono gli autori di uno studio tutto italiano, i cui risultati saranno presto pubblicati. La lattoferrina, presente nelle mucose e nei granuli dei neutrofili, è in grado di inibire sia direttamente che indirettamente diversi virus, e di aumentare in sicurezza la risposta immunitaria sistemica.
Non a caso è stata studiata in passato per i suoi effetti inibitori su Hiv e citomegalovirus, e non ha mostrato citotossicità.
La molecola è in grado di sottrarre il ferro non legato dai fluidi corporei e dalle aree di flogosi, evitando così il danno causato dai radicali tossici dell’ossigeno e diminuendo la presenza di ioni ferrici.
«I risultati ottenuti nei pazienti hanno dimostrato per la prima volta l’efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici di positivi sintomatici a Covid-19, e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento» spiega Elena Campione, del Policlinico Tor Vergata di Roma, che ha guidato lo studio, oltre a essere l’autrice principale di un articolo uscito sull’International Journal of Molecular Sciences in cui ha presentato la sperimentazione in questione.
Gli esperti, grazie a questo approfondimento sui meccanismi d’azione della lattoferrina, sono arrivati a suggerire che il trattamento potrebbe essere ben sfruttato in particolare nei pazienti paucisintomatici e asintomatici, o addirittura a livello di prevenzione.
Integratori erboristici per le difese immunitarie
Echinacea
Gli effetti dell’echinacea a livello del sistema immunitario sembrano interessare soprattutto i macrofagi ed i polmorfonucelati, che vengono attivati dai polisaccaridi, aumentando la capacità fagocitaria dell’organismo.
In vitro si è anche sottolineato l’effetto antivirale dell’estratto della pianta, che sembra in grado di aumentare la produzione di interferone e di inibire la capacità penetrativa dei virus bloccando la ialuronidasi virale.
L’echinacea viene tradizionalmente proposta per il trattamento del raffreddore comune, benché alcuni autori sottolineino l’importanza dell’effetto placebo nel trattamento di questa specifica malattia e i dati in letteratura non siano entusiasmanti.
Molti autori sollevano più di qualche perplessità sulla capacità dell’echinacea di ridurre gli attacchi di sindromi para-influenzali e, in particolare, Barrett e Bauer hanno valutato 24 trials in doppio cieco per un totale di 4631 partecipanti per cercare di dare una risposta esaustiva.
L’estrema varietà di prodotti utilizzati nei trials clinici, purtroppo, preclude la possibilità di dare una risposta definitiva, anche se l’E. purpurea sembra la specie più utilizzata e con più trials positivi a favore.
In particolare, gli autori concludono evidenziando che non ci sono evidenti dati a favore dell’efficacia dell’echinacea, ma piuttosto solo un trend positivo. Oltre alle differenze di preparati utilizzati, altro possibile fattore di incertezza è la diversa biodisponibilità dei principi attivi dell’echinacea a seconda dell’estratto utilizzato. Negli ultimi tempi si sta evidenziando l’effetto dei costituenti lipofili dell’echinacea: le alcamidi. Queste sostanze oltre a dimostrare un significativo aumento della fagocitosi, riescono anche a passare in quantità elevate nel sangue.
Va anche segnalato che l’echinacea può scatenare reazioni allergiche nei soggetti predisposti, in particolare esiste una possibile reazione crociata nei soggetti allergici ad ambrosia.
Sambuco
Del genere Sambucus si ricorda soprattutto la specie “nigra”, conosciuta sia per le sue proprietà salutistiche che gastronomiche.
Con i fiori del Sambuco, piccolo albero che cresce facilmente selvatico nei boschi europei si può preparare uno sciroppo da utilizzare come bevanda dissetante o base per cocktail.
Il sambuco presenta proprietà medicinali-erboristiche riscontrabili nei frutti e nei fiori. Tutto il resto della pianta (semi compresi) è velenoso. Le bacche sono commestibili solo dopo cottura e vengono impiegate per gelatine e marmellate, delle quali non si deve abusare a causa delle proprietà lassative.
Estratti da corteccia, foglie, fiori, frutti e radici erano usati nel trattamento di bronchiti, tosse, infezioni del sistema respiratorio superiore e febbre. Un piccolo (N=60) trial clinico pubblicato nel 2004 ha mostrato una riduzione della durata e della gravità dei sintomi para-influenzali in pazienti che assumevano un estratto di sambuco.
In particolare, uno studio del 2018 ha individuato nel sambuco una delle piante più promettenti per l’utilizzo in diverse infezioni virali.
Il succo della pianta è stato impiegato in un piccolo studio per contrastare il virus dell’influenza A. Sembra che l’effetto sia dovuto ad un aumento di anticorpi nel siero e di IgA. Tra i vari componenti gli studiosi hanno sottolineato il contenuto polisaccaridi acidici, che sembrano in grado di stimolare il sistema immunitario.
Il sambuco ha dimostrato un’interessante attività in vivo contro il virus della bronchite infettiva aviaria, infezione sostenuta da un tipo di coronavirus (diverso da quello collegato all’emergenza sanitaria in corso). Allo stesso modo altri tipi di coronavirus sono sensibili all’estratti di sambuco e seppur si tratti di virus diversi da quello coinvolto nell’epidemia in corso (Sars-Cov-2), possiamo augurarci che nel futuro prossimo questa (o altre piante) possano venire studiate per confermare i loro utilizzi e aiutarci nel loro piccolo a contrastare tali epidemie.
Astragalo
L’astragalo è una pianta che vede la sua tradizione fitoterapica affondare le radici nell’antica Cina. E proprio le radici sono la droga di questa pianta che, nella medicina tradizionale cinese, viene utilizzata per tonificare l’Energia, sostenere la Difesa e rinforzare la Superficie (oltre che innalzare lo Yang): che nel linguaggio della medicina occidentale si può tradurre come immunostimolante e tonico. In medicina tradizionale cinese (MTC) si consigia astragalo per contrastare astenia, inappetenza, pallore, dispnea, insonnia, sudorazione spontanea, facilità ad ammalarsi.
Ginseng
Ginseng è il nome comune utilizzato per identificare un gruppo di piante accomunate dalle proprietà adattogene, a cui appartengono numerose specie, ognuna con le sue proprietà. In generale l’assunzione di queste piante riduce la sensazione di fatica fisica.
Amminoacidi e sistema immunitario
Due amminoacidi non essenziali hanno a loro volta un ruolo di rilievo per il sistema immunitario:
- glutammina. Si tratta di un amminoacido importante per le cellule immunitarie come i linfociti, le cellule killer naturali, e la proliferazione dei macrofagi. Indispensabile per la sintesi di glutatione. Fonti naturali di glutammina sono le uova, la carne di manzo, latte, tofu e riso bianco,
- arginina. Migliora la funzione dei linfociti T, è il precursore dell’ossido nitrico che ha un ruolo importante nella coagulazione, la vasodilatazione, la permeabilità vascolare e la distruzione di agenti patogeni microbici. Ricchi in arginina sono la soia, i semi di zucca, il merluzzo, i frutti di mare, le uova, la carne rossa e bianca.
- Il triptofano, un amminoacido essenziale, ha a sua volta un ruolo importante nella stimolazione del sistema immunitario. Grazie al metabolismo da parte del microbiota della sua parte residua (all’assorbimento intestinale) e la formazione di derivati indolici che attivano efficacemente i recettori antinfiammatori (AhR). Fonti naturali di triptofano sono uova, soia, sesamo e girasole, formaggi stagionati, carne e pesce.
Microbioma, dieta e sistema immunitario: ruolo dei fermenti lattici
Per microbioma si intende la flora microbica presente nel tratto intestinale che gioca un ruolo fondamentale nel modulare le risposte metaboliche e il sistema immunitario.
Attualmente i ricercatori trovano correlazioni sempre più convincenti tra i batteri “buoni” e il sistema immunitario.
E’ noto, per esempio, che alcuni batteri dell’intestino influenzano lo sviluppo di vari aspetti del sistema immunitario, perché sono in grado di modulare le carenze e aumentare il numero di alcuni tipi di linfociti T.
I probiotici sono i batteri buoni, come il Lactobacillus e il Bifidobacterium, tali probiotici colonizzano in condizioni normali il nostro intestino.
Le fibre alimentari o prebiotici nutrono il microbiota che, metabolizzandole, produce acidi grassi a catena corta (SCFA). Gli SCFA a loro volta, tramite i recettori dell’intestino, inviano ‘segnali’ al sistema nervoso centrale con lo scopo di modulare il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi e sopprimere i segnali infiammatori.
Alcune fibre in particolare hanno un effetto immunostimolante sulle cellule immunitarie. Tale effetto è stato dimostrato nell’arabina della pectina – presente nella buccia di mele, pere, albicocche e prugne – e nel β-1,3- glicano (presente nei funghi).
Il sistema immunitario viene poi stimolato da importanti recettori antinfiammatori (AhR, Aryl Hydrocarbon Receptor), attraverso i ligandi esogeni per AhR che derivano da tessuti vegetali commestibili, es. verdure, frutta, tè ed erbe.
Farmaci per l’immunità
I vaccini meritano una trattazione a parte con una introduzione specifica sul funzionamento del sistema immunitario che verrà svolta in seguito.
I medicinali che si utilizzano comunemente per stimolare una risposta immunitaria, prescritti anche in Italia ad adulti e bambini, sono i cosiddetti lisati batterici, formulazioni contenenti frammenti di batteri. Vengono somministrati secondo il principio di far “assaggiare” al sistema immunitario parti innocue di batteri per stimolare la produzione di globuli bianchi ed anticorpi che possano essere pronti in caso di reale minaccia di questi stessi batteri: Haemophilus influenzae, Streptococcus (Diplococcus) pneumoniae, Klebsiella pneumoniae ssp. pneumoniae e ssp. ozaenae, Staphylococcus aureus, Streptococcus pyogenes e sanguinis (viridans), Moraxella (Branhamella) catarrhalis .
Si tratta di farmaci che richiedono ricetta medica (Broncho-Munal®, Broncho-Vaxom®, Ismigen®, …) e che vengono prescritti in genere in autunno, con l’obiettivo di preparare l’organismo all’imminente stagione fredda.
Una recente revisione inquadra questi farmaci come preventivi delle malattie provocate dai batteri di cui sopra. La copertura di questa terapia è pari al 40% circa la riduzione di episodi di infezioni acute del tratto respiratorio in bambini a rischio, mentre non vi sono dati statistici che riguardano la popolazione pediatrica nella sua totalità.
Immagine in evidenza di Inna Bigun
Foto alimenti di Alena_Kos
Immagine echinacea di Nataliia Kuznetcova
Immagini lattobacilli di Double Brain
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