Dimagrire in salute?
La salute e la bilancia potrebbero non esser strettamente collegate come si è pensato fino ad oggi. Si pensa che la salute sia collegata al dimagrimento nei soggetto sovrappeso o obesi.
Inoltre il sovrappeso e l’obesità sono stigmi sociali: alzi la mano chi tra noi, a causa del sovrappeso o dell’obesità, non si sia sentito a disagio in vita sua.
Ebbene, buone notizie, sembra che le ultime indichino che bisogna pacificarsi con la propria struttura ed il proprio peso e rimanere sani senza necessariamente voler scendere di peso.
Spesso i medici consigliano ai loro pazienti di perdere peso per migliorare le loro condizioni di salute.
Tuttavia le ricerche hanno dimostrato che sono i comportamenti adottati dalle persone (non le loro dimensioni corporee) ad avere il maggior impatto sulla mortalità.
Secondo alcuni studi, mentre il rischio di mortalità aumenta nelle persone con indice di massa corporea ai due estremi, le persone nella fascia intermedia (sovrappeso e con obesità moderata) non corrono un rischio superiore alle persone con BMI nella norma.
In un altro studio, i ricercatori hanno monitorato per 14 anni gli indici di massa corporea e quattro diversi stili di vita di 11.761 adulti, scoprendo che, indipendentemente dalla loro categoria di peso, le persone vivevano più a lungo quando non fumavano, bevevano alcolici con moderazione, consumavano minimo cinque porzioni al giorno di frutta e verdura e facevano attività fisica dodici volte al mese o più.
Le persone obese che conducono uno stile di vita sano non hanno maggiori probabilità di morire rispetto alle persone normopeso.
Secondo Matteson, autore principale di questa analisi del 2012, il gruppo di riferimento è quello rispetto al quale sono stati misurati tutti gli altri gruppi.
Le basi razziste della lotta all’obesità
Le persone di colore, ed in particolare le donne, affrontano alcune sfide complesse nell’ambito della salute.
Rispetto ad altri gruppi etnici, nelle donne afroamericane, si riscontra una maggior probabilità di rischio cardiovascolare, infiammatorio e metabolico, anche dopo la regolazione di fattori come il fumo, attività fisica e alimentazione.
Negli Stati Uniti le donne di colore sono state oggetto di campagne specifiche antiobesità in quanto il loro BMI è statisticamente più elevato, quattro donne afroamericane su 10 sono in sovrappeso o obese.
L’assunto è che maggiore è il BMI, maggiore il rischio per la salute.
Questa aumentata attenzione per il peso delle donne di colore non è una novità, ma riflette la stigmatizzazione razzista del corpo delle donne di colore. Molti medici affermano che il peso in eccesso delle donne di colore è la causa principale delle loro cattive condizioni di salute. Già tre secoli fa nella classe medica si faceva strada l’idea che le persone di colore fossero incapaci di controllare i loro “appetiti animali” tra cui mangiare, fornicare e bere.
L’idea attuale che il peso sia il principale problema delle donne di colore si basa su queste idee storicamente razziste e non tiene conto di quanto i fattori sociali intercorrelati colpiscano la loro salute.
In definitiva secondo Sabrina Strings, professore associato di sociologia all’Università della California, a Irvine e autrice di diversi libri, gli approcci più efficaci ed etici per migliorare la salute delle donne di colore dovrebbero puntare a modificare le condizioni di vita, affrontando il razzismo, il sessismo e i pregiudizi legati al peso e offrendo alle donne la possibilità di stare bene.
Il peso dello stigma
Uno studio indiano appena pubblicato da Science il 18 settembre 2020 a firma Vaishnavi Chandrashekhar (Science, vol. 369, Issue 6510, pp1419-1423 DOI: 10.1126/science 369.6510.1419) evidenzia come storicamente le malattie vengano nascoste per timore dello stigma che ne consegue e di conseguenza perdere opportunità di ricevere cure adeguate.
Lo stigma in definitiva aumenta lo stress e rinforza le disuguaglianze. La storia di pandemie come la lebbra, il colera, l’HIV ed ora il Covid evidenzia situazioni di conflitto tra l’esigenza di ricevere cure appropriate e l’esigenza di nascondere la malattia per timore di perdere il lavoro, di venir isolati fino addirittura non potersi approvvigionare di elementi basilari come cibo e cure.
Eliminare la bilancia potrebbe rappresentare una strategia per pacificare stato di salute e peso.
Tornando alla questione del peso, un’opinione redatta da psicologi, sociologi e scienziati del comportamento e pubblicata nel 2018 su “BMC Medicine” ha affermato che i pregiudizi contro le persone grasse sono un fattore determinante nella cosidetta epidemia di obesità più dell’adiposità stessa.
Il BMI è un indice estremamente indicativo che non considera la composizione corporea. Non è collegato, come si è sempre pensato, al concetto di salute.
Anzi gli studi indicano che, ai fini dei parametri indicatori dello stato di salute, è molto meglio mantenere una dieta variata ed equilibrata, sport, ritmi di sonno e veglia corretti e fattori di stress ad un livello buono o accettabile ed il proprio peso stabile, seppur sovrappeso o lieve obesità che vivere un perenne jojo del peso e dei parametri metabolici.
Bibliografia:
Le Scienze, numero 625 del 3 settembre 2020, pag. 72-79 “Curare i pazienti senza la bilancia” di Virginia Sole-Smith
Science, vol. 369, Issue 6510, pp1419-1423 DOI: 10.1126/science 369.6510.1419
Approfondimenti:
-“Fearing the black body: the racial origins of fat phobia” Sabrina Strings, New York University press, 2019
-Lindo Bacon: “Health at every size: the suprising truth about your weight” BenBella 2010
-Weight Science: evaluating the evidence for a paradigm shift. Bacon L. e Aphramor L., in “Nutritional Journal”, vol. 10, n.9, 24 gennaio 2011
-How and why weight stigma drives the obesity “epidemic” and harms health. Janet Tomiyama A. et al., in BMC Medicine, vol. 16, n.123, 15 agosto 2018
-An evidence-based rationale for adopting weight-inclusive health policy. Hunger J.M. et al., in “Social issues and policy revew”, vol 14, n.1, pp 73-107, gennaio 2020
Immagine anteprima: donne in sovrappeso Di Jacob Lund
Immagine interna: donna che fa jogging: Di Africa Studio