Funghi allucinogeni e loro uso terapeutico
Funghi allucinogeni
Da tempi antichissimi è conosciuto l’uso dei funghi allucinogeni.
Presso le popolazioni indigene dell’America Centrale, Messico e Guatemala è diffuso il culto di questi funghi, insieme con l’uso del peyote, più a nord.
Peyote significa “pane degli dei”: è un cactus che contiene mescalina, un allucinogeno.
Questo cactus, il cui nome botanico è Lophophora williamsii, tra la primavera e l’estate produce dei fiori bianchi o rosati ed i semi contengono principi attivi allucinogeni (allucinazioni visive e uditive con alterazione delle facoltà percettive).
Il peyote è usato sovente per rituali religiosi o esperienze mistiche.

L’uso dei funghi connesso a riti sacri risale al 2000 a.C. ed è continuato attraverso le culture di Aztechi, Maya e Inca.
Questi funghi, del genere Psilocybe hanno come principio attivo la psilocibina e suoi derivati.
Il più usato è Psilocybe cubensis, o “messicano” diffuso in tutta la fascia tropicale, cresce sullo sterco di molti quadrupedi. Simile è il Panaelus cyanescens o “hawaiano” che dà allucinazioni molto vivide.
In Messico l’uso dello Psilocybe è riservato ai “curanderos” attraverso la “velada” (festa notturna, veglia). Durante questa cerimonia, che si svolge di notte, il curandero assume questi funghi e acquista la chiaroveggenza così da risolvere problemi quali furti o ricerca di persone scomparse.
Usi terapeutici
Secondo studi recenti, la psilocibina presente in questi funghi avrebbe efficacia nella cura della cefalea a grappolo; le sostanze contenute nei funghi darebbero risultati nella cura del disordine ossessivo-compulsivo e potrebbero sostituire benzodiazepine e oppiacei, essendo più sicure dal punto di vista tossicologico.
Nel 2018 e 2019 la Food and Drug Administration ha concesso la designazione per la terapia assistita da psilocibina per il trattamento di depressione resistente e del disturbo depressivo maggiore.

Funghi psicoattivi sono anche Amanita muscaria e Amanita pantherina. Principi attivi sono: Vanadio, elemento chimico raro, presente nei minerali. Muscarina, un alcaloide la cui azione allucinogena è piuttosto secondaria. Atropina, un alcaloide contenuto in diverse piante.
Bufofenina, un principio attivo velenoso in genere secreto dalle ghiandole cutanee del rospo Bufo bufo.
Responsabili dell’effetto allucinogeno sono l’acido ipotetico, il muscimolo e il muscazone.
L’Amanita muscaria e l’Amanita pantherina possono essere considerati funghi allucinogeni ma non psichedelici. Sono molto più tossici dei funghi contenenti psilocibina e hanno effetti tossici molto gravi che possono condurre alla morte.

due funghi maculati nei boschi
A
Di Arie v.d. Wolde
Descrizione dei comuni allucinogeni
I tradizionali allucinogeni per uso voluttuario comprendono la dietilamide dell’acido lisergico (LSD), la psilocibina e la mescalina. Tutti sono derivati da prodotti naturali:
- L’LSD da un fungo che spesso contamina la farina di segale e frumento.
- La psilocibina da molteplici tipi di funghi.
- La mescalina dal cactus peyote.
In genere queste sostanze sono agonisti recettoriali della serotonina.
Per complicare le cose, molte sostanze illegali vendute con un nome in realtà contengono un’altra sostanza di abuso, spesso ketamina o fenciclidina, farmaci anestetici, destrometorfano o altre sostanze.
Anche alcune altre droghe, tra cui la marijuana, possiedono proprietà allucinogene. Il termine allucinogeno è ancora in uso, sebbene l’assunzione di tali sostanze possa anche non causare allucinazioni. Termini alternativi come sostanze psichedeliche o psicotomimetiche sono ancora meno appropriati.
Sintomatologia
L’intossicazione comporta percezioni alterate, tra cui sinestesie (p. es., vedere i suoni, sentire i colori), intensificazione delle sensazioni, aumento dell’empatia, depersonalizzazione (la sensazione del sé non è reale), un senso distorto della realtà ambientale e cambiamenti dell’umore (in genere in senso euforico, talvolta depressivo). I consumatori spesso descrivono la combinazione di questi effetti come un viaggio. I periodi di intensi effetti psicologici possono alternarsi a periodi di lucidità.
L’LSD può anche causare molteplici effetti fisici, tra cui midriasi, visione offuscata, sudorazione, palpitazioni e disturbi della coordinazione. Molti altri allucinogeni causano nausea e vomito. In tutti i casi il giudizio è compromesso.
Le reazioni agli allucinogeni dipendono da numerosi fattori, tra cui le aspettative del consumatore, l’abilità nell’affrontare le distorsioni percettive e il contesto di assunzione. Con l’LSD si verificano, ma sono rari, deliri e vere allucinazioni, come lo sono attacchi d’ansia, apprensione estrema e stati di panico.
La psilocibina e la mescalina hanno un numero maggiore di probabilità di causare allucinazioni. Quando si verificano reazioni allucinogene, solitamente regrediscono rapidamente se trattate in modo appropriato in un ambiente sicuro. Tuttavia, alcuni soggetti (soprattutto dopo aver usato LSD) continuano ad avere disturbi e possono presentare uno stato psicotico persistente. Non è chiaro se il consumo di droga sia in grado di accelerare o di rendere palese un potenziale stato psicotico preesistente o se possa produrre tale condizione in persone precedentemente stabili dal punto di vista psichico.
Effetti cronici
Alcuni soggetti, soprattutto i consumatori cronici o abituali (particolarmente di LSD) manifestano gli effetti evidenti di tali sostanze anche molto tempo dopo averne interrotto l’uso. Questi episodi ricorrenti (flashback, disturbi della percezione allucinogeni persistenti) sono di solito illusioni visive, ma possono comprendere distorsioni sensoriali di ogni tipo (anche dell’immagine di sé o delle percezioni del tempo o dello spazio) e allucinazioni.
Questo articolo nasce dalla collaborazione tra Carla Guzzetti (per la parte storica) e Barbara Catozzi (per la parte farmaceutica).