Shampoo Solido: guida sull’utilizzo, ingredienti e sicurezza
Shampoo solido: waterless and water-efficient.
Data la scarsità d’acqua cresce la richiesta di prodotti di bellezza waterless e sostenibili come ad esempio i detergenti solidi ed in particolare lo shampoo solido.
L’acqua è contenuta negli alimenti, nei cosmetici, nei detergenti per la casa e industriali. Le fasi di produzione degli impianti industriali prevedono il consumo di acqua per la produzione, oppure il riscaldamento e non ultimo la pulizia.
L’acqua però è una fonte limitata che può essere rinnovata solo se ben gestita. Leggi articolo “Giornata mondiale dell’acqua”
Eliminare l’acqua non significa lavorare “senza acqua”, ma implica, ad esempio, semplificare le routine di bellezza. Cresce la tendenza del “less is more”, ovvero il minimalismo del beauty. Tale tendenza si estende anche alla crescente preoccupazione per gli imballaggi dell’industria della bellezza che vengono smaltiti per divenire rifiuti e aumentare l’inquinamento.
In risposta a queste tendenze delle richieste di mercato, le aziende cosmetiche si stanno riorganizzando per proporre prodotti sostenibili.
I detergenti solidi sono apprezzati dai consumatori perchè, come scrive la dott.ssa Barbara Olioso in una pubblicazione del 19 aprile 2021 su Cossma, sono semplici da usare e riducono il senso di colpa rispetto allo smaltimento dell’eventuale flacone di plastica; non ultimo il loro trasporto riduce le emissioni di anidride carbonica in quanto sono leggeri e occupano poco spazio.
Un aspetto di rilievo da considerare nella produzione dei cosmetici non riguarda solo il consumo di acqua nella fase di realizzazione del prodotto inteso come contenuto di acqua, ma anche l’acqua utilizzata durante le fasi di lavorazione. Per esempio per realizzare prodotti per skin care e creare un’emulsione le macchine di produzione sono provviste di camicie di riscaldamento e raffreddamento che funzionano con l’apporto di acqua calda e fredda, il materiale di produzione andrà lavato e così via.
Cosa significa sostenibile?
Mi piace inquadrare la sostenibilità come la cultura della qualità e del rispetto dell’ambiente, della salvaguardia degli ecosistemi lungo una catena di valori mirata. La sostenibilità non soltanto si basa sul prodotto ed il suo packaging, ma anche sulle condizioni di welfare, tutela dell’ambiente, della sicurezza e investimenti in innovazione (progetti di economia circolare, promozione della conoscenza etc).
In questo articolo indagheremo nello specifico l’uso delle solid bar utilizzate in detersione, in particolare per lo shampoo solido.
I detergenti solidi hanno suscitato interesse nei consumatori e molte realtà produttive si chiedono se il consumatore vivrà l’esperienza dello shampoo solido come quella dello shampoo liquido. L’uso di una barra di shampoo solido prevede un utilizzo differente rispetto allo shampoo liquido.
Come utilizzare uno shampoo solido?
Un po’ di pratica è utile per abituarsi ad uno shampoo solido che presenta delle differenze di utilizzo rispetto allo shampoo liquido.
Lo shampoo liquido infatti, tende a formare rapidamente una schiuma e a spostarsi tra i capelli grazie all’uso dell’acqua come solvente e veicolo per fornire tensioattivi ai capelli.
Diversamente la barra di shampoo richiede l’aggiunta di acqua per rilasciare le sostanze di cui è composta. Il consumatore può insaponare la barra nel palmo delle mani con acqua e lavorare la schiuma nelle radici dei capelli, oppure strofinare la barra sulle radici dei capelli e usare la punta delle dita per insaponare e schiumare gli ingredienti.
Entrambi i metodi consentono ai tensioattivi presenti nella barra dello shampoo di insaponare ed emulsionare sporco, germi e batteri dal cuoio capelluto.
Quali tensioattivi si usano negli shampoo solidi?
Le barrette di cui si parla in questo articolo sono realizzati per pressioni di shampoo in polvere, molto diverse dagli storici shampoo secchi in spray realizzati con polveri adsorbenti che una volta nebulizzati e lavorati con la spazzola sulla chioma assorbono olio.
Le versioni più recenti sono vendute come polveri sfuse o in compresse compatte, e la presenza dei tensioattivi tradizionali è sempre più richiesta, insieme alla creazione di schiuma e all’utilizzo di acqua calda per la fase di risciacquo.
La principale difficoltà di formulazione è la selezione di ingredienti puri che vengono venduti in forma solida, in quanto poco diffusi. I tensioattivi attualmente disponibili in polvere includono sodio cocoil isetionato (SCI), sodio metil cocoil/oleoil taurato (SMT), sodio lauril solfato (SLS), disodio lauril solfosuccinato (DLS) e cocamidopropil betaina (CMB). Tutti possono essere facilmente dissolti a contatto con l’acqua, ma gli ingredienti che conferiscono soluzioni trasparenti quasi immediatamente sono SLS e SMT.
Il sodium cocoyl isethionate è un tensioattivo solido anionico, valido schiumogeno, crea una schiuma ricca e vellutata in acqua dura o dolce. Conferisce alla texture una sensazione di morbidezza sul cuoio capelluto pur essendo compatibile con tensioattivi anionici, non ionici e anfoteri.
Il sodium lauryl sulfoacetate è un altro tensioattivo anionico solido delicato e sulla cute è ancor più delicato del sodio cocoil isetionato. Molto utile la miscela di questi ingredienti che funzioneranno bene insieme e ottimizzeranno il rapporto tra tensioattivi differenti, il formulatore potrà così creare un’azione schiumogena delicata ma ricca in una barra di shampoo.
Il sodio coco-sulfate è un tensioattivo solido anionico non irritante che può essere facilmente disperso in acqua e crea una schiuma cremosa e densa. Inoltre, la cocamidopropyl betaine è un tensioattivo anfotero liquido che può esibire proprietà condizionanti a un intervallo di pH elevato.
Per quanto riguarda il pH, ottimizzando tale valore negli shampoo bar, il formulatore può creare un prodotto che offre un’elevata capacità detergente e allo stesso tempo condizionante.
Sottolineo che è importante targettizzare in fase formulativa per quale tipo di capelli si crea la barra dello shampoo, per garantire prestazioni adeguate ed efficaci. Inoltre tali tavolette di sapone hanno costi bassissimi e quindi possono essere adottate da tutte le fasce di popolazione. Infine è facilmente trasportabile e promuove il lavarsi le mani con frequenza perchè occupa uno spazio minimo e può essere agevolmente portato con sè.
Aspetti formulativi e composizione degli shampoo solidi
Come descrive il dott. Nicola Lionetti nell’articolo apparso su Cosmetics and Toiletries “Every drop counts” i prodotti per detergenza solidi possono presentarsi in polvere, in polveri pressate ed in barrette di sapone solido estruse.
Polvere: per realizzare una formula in polvere la quantità di sostanze attive, come i tensioattivi e le polveri a supporto, potrebbe raggiungere il 40-50% ma l’effetto polveroso della polvere deve essere ridotto per evitare spiacevoli reazioni durante l’applicazione.
Ciò può essere ottenuto aggiungendo sostanze pesanti come il silicato di magnesio e alluminio o polimeri idrofili come la gomma di xantano, la metilcellulosa e la gomma di guar quaternizzata.
Questi ingredienti sono in grado di migliorare le caratteristiche sensoriali del prodotto finito e il post-tatto del capello durante la pettinatura sia ad umido che a secco. Soprattutto nel caso dei polimeri, questi ingredienti migliorano anche le caratteristiche della schiuma durante la fase di applicazione. È utile anche l’aggiunta di una piccola quantità di bicarbonato di sodio e acido citrico, poiché questi reagiscono con l’acqua una volta miscelati e la quantità e la qualità delle bolle di schiuma aumentano.
Polveri pressate: le polveri pressate hanno preso piede in quanto secondo studi dell’imperial college di Londra e di uno studio pilota della della London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM) l’utilizzo di una compressa di detergente non viene scambiata, ma viene adottata ad uso esclusivo personale, perfetta quindi per il periodo di pandemia che stiamo vivendo.
Poiché il prodotto si utilizza sciogliendo la pastiglia con una precisa quantità d’acqua, la composizione è ben diversa dalla polvere sfusa. Le quantità di bicarbonato di sodio e acido citrico sono determinanti e possono essere utilizzate fino al 30%, in quanto questi due ingredienti aiutano lo scioglimento delle pastiglie e creano la classica reazione effervescente. Diversamente dalle polveri sfuse, le compresse necessitano anche di una quantità significativa di conservanti per evitare la contaminazione in caso di diluizione con acqua di rubinetto.
La selezione di tensioattivi solfato, taurato o solfosuccinato può cambiare drasticamente la percezione dell’effetto detergente.
Barrette di sapone solido: Prodotte con un metodo di estrusione/pressatura, le barre sono diventate popolari negli ultimi mesi. Questi possono includere combinazioni di tensioattivi delicati (taurati ad es.), burri emollienti e oli; alcoli/acidi grassi filmogeni; e agenti condizionanti tradizionali. I conservanti non sono necessari per le barrette e i prodotti possono essere prodotti con relativa facilità con un ridotto consumo di tempo ed energia.
Si possono ottenere buone barrette condizionanti anche con ingredienti cationici come il behetrimonium methosulfate, che vengono utilizzati al posto dei tensioattivi anionici solidi. La loro facilità di dissoluzione è inoltre migliorata dall’uso di polimeri di polietilenglicole e una piccola quantità di sali.
Cosa significa valutare la sicurezza di un prodotto cosmetico
Per i non addetti del settore vorrei subito sottolineare che per valutare la sicurezza, o meglio il rischio, di un prodotto cosmetico è importante comprendere che la normativa sui prodotti finiti cosmetici impone che il prodotto in commercio sia sicuro. Chi valuta la sicurezza? Il valutatore della sicurezza che è un laureato, generalmente esperto di regolatorio, che firma un documento chiamato valutazione della sicurezza del prodotto finito.
Tale valutazione si basa su un giudizio oggettivo del rischio che ogni singolo ingrediente, e la loro miscela e le eventuali interazioni col packaging, può recare al consumatore e deve portare una serie di dati, studi e calcoli a conforto della veridicità di quanto afferma.
Pericolo e rischio
Importante sottolineare che rischio e pericolo sono due concetti diversi e sono fondamentali nella valutazione del rischio di una sostanza, questo vale per farmaci, alimenti e cosmetici, ma in generale per tutte le sostanze chimiche che ci circondano.
Il pericolo è una caratteristica intrinseca di una sostanza: ad es. il cianuro di per sè è pericolo. Il rischio che il cianuro mi faccia male dipende da tutte le condizioni al contorno, ad esempio se etichettato con tutte le sue frasi di rischio e pericolo e chiuso in armadio dei veleni a chiave il rischio che un incauto consumatore lo assuma è bassissimo, pari a zero.
Diversamente se prendo il cianuro e tolgo l’etichetta e lo pongo nella dispensa vicino allo zucchero il rischio che incautamente io ne possa assumere una quota potenzialmente tossica è elevato.
Il rischio degli ingredienti cosmetici si valuta proprio così: si valuta la pericolosità intrinseca della sostanza e da qui si analizza quanta sostanza (concentrazione dell’ingrediente all’interno della formula) verrà realmente a contatto con la pelle, quante volte al giorno e per quanto tempo? Verrà lavato via perchè si tratta di un detergente o rimarrà sulla pelle perchè si tratta di una crema?
E ancora: qual è il consumatore che lo utilizza? Un bambino o un immunodepresso o un adulto sano ad esempio. E se fosse un professionsita come ad es. un parrucchiere che spruzza la lacca su tante chiome più volte al giorno? Approfondiremo questi aspetti in un altro articolo, ora torniamo ai nostri shampoo.
Profili tossicologici dei tensioattivi solidi
Nel 1993 il CIR (Cosmetic Ingredient Review), uno dei principali riferimenti per la revisione degli ingredienti ad uso cosmetico indica il Sodium Cocoyl Isethionate e altri derivati come:
Ammonium Cocoyl Isethionate, Sodium Hydrogenated Cocoyl Methyl Isethionate*, Sodium Isethionate Sodium Lauroyl Isethionate, Sodium Lauroyl Methyl Isethionate, Sodium Methyl Isethionate, Sodium Myristoyl Isethionate*, Sodium Oleoyl Isethionate*, Sodium Oleyl Methyl Isethionate*, Sodium Palm Kerneloyl Isethionate*, Sodium Stearoyl Methyl Isethionate* (*Non di uso corrente nel momento della pubblicazione ma considerati probabili derivati da utilizzare nel futuro sic.)
come ingrediente sicuro se utilizzato in prodotti formulati specificatamente per non provocare irritazione.
Una revisione del 2017 conferma tale posizione del CIR.
Anche il profilo descritto da PubChem descrive un ingrediente “Green circle” ovvero, la sostanza non desta preoccupazioni sulla base dei dati sperimentali e dei modelli adottati.
https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/Sodium-cocoyl-isethionate
Burri e Oli nei detergenti solidi
Burri e oli sono aggiunti alle barrette di shampoo per aiutare a ridurre l’irritazione e aumentare l’idratazione per emollienza. Tuttavia, a seconda della struttura e del tipo di capelli desiderati, è importante assicurarsi che il burro o gli oli utilizzati non lascino accumuli e appesantiscano i capelli.
Olio di semi di jojoba, olio di semi di girasole, olio di semi di rosa canina, burro di cacao e burro di karitè sono ottime opzioni, ma sarebbe l’ideale usarli intorno al 5-10%, a seconda del tipo di capelli dell’individuo che usa la barra. Alte concentrazioni di oli e burro possono anche aumentare il tasso di usura della barra e causare una sorta di poltiglia, sgradita al consumatore, impedendo la facilità d’uso e un’esperienza utente positiva.
Fragranze/Oli essenziali nei detergenti solidi
Si possono anche aggiungere fragranze e oli essenziali per conferire aroma al prodotto e ai capelli. I tensioattivi tendono ad avere un odore sgradevole, ma l’aggiunta di fragranze e/o oli essenziali può favorire la soddisfazione del consumatore e creare un’esperienza positiva.
Chiaramente bisognerà porre le cautele che si adottano per tutti i prodotti cosmetici indicando la presenza di eventuali allergeni.
Conclusione
Finché l’acqua sarà una fonte limitata, la necessità di rinnovarla e sostenerla continuerà, insieme alla domanda di bellezza sostenibile. Pertanto, la necessità di prodotti per la cura della pelle, dei capelli e dei cosmetici senz’acqua sarà presente nel prossimo futuro.
Le barrette per shampoo sono una delle tante opzioni sostenibili, ma l’esperienza dell’utente e le prestazioni del prodotto sono ancora attributi importanti. Quando si tratta di shampoo bar, si tratta di ottimizzare il rapporto tensioattivo e olio/burro per garantire alte prestazioni con il condizionamento e per ridurre le irritazioni.
Bibliografia:
- United Nations Department of Economic and Social Affairs (UNDESA). (Updated 2015, Sep 8). Water and sustainable development. Available at: https://www.un.org/waterforlifedecade/water_and_sustainable_development.shtml
- United Nations Department of Economic and Social Affairs (UNDESA). (Updated 2014, Nov 24). Water scarcity. https://www.un.org/waterforlifedecade/scarcity.shtml
- Cosmeticsandtoiletries: Formulating on trend: shampoo bar
- https://www.whatsinproducts.com/chemicals/view/1/1378/061789-32-0