I pipistrelli spiegati ai bambini
Durante le vacanze di Natale Carlotta raduna i vecchi giocattoli, li sistema in una scatola e li porta nello scantinato dei nonni…e proprio nella buia cantina fa un incontro speciale…
Carlotta: «Ehi tu, chi sei? E cosa fai appeso a testa in giù sopra la porta della cantina del nonno?»
Rhino: «Sono un Chirottero, mi chiamo Rhino. Per me è normale stare appeso a testa in giù senza stancarmi. Una volta trovato un appiglio a cui sostenermi, il peso del mio corpo fa allungare i tendini delle dita dei miei piedi che si incurvano e si agganciano saldamente. In questo modo mi rilasso e posso rimanere appeso senza fare fatica in luoghi tranquilli come il soffitto delle grotte, le cavità negli alberi, gli edifici o i ponti.»
Carlotta: «Chirottero? Non ho mai sentito questo nome…»
Rhino: «È il nome un po’ più tecnico dei pipistrelli, vuol dire “mano alata” dal greco antico. Un nome che riassume come l’evoluzione ci abbia dotati della capacità di volare e di conquistare lo spazio aereo della notte. Sono un mammifero, ma guarda le mie mani…hanno le dita molto lunghe e tra esse c’è una membrana sottile, chiamata patagio, che forma una superficie alare elastica e robusta. Le mie ali sono manovrabili e resistenti pari a quelle degli uccelli.»
Carlotta: «Un pipistrello? Pensavo che i pipistrelli fossero più brutti…ho letto che le streghe usano le vostre ali per fare le loro pozioni magiche…aspetta com’era…”…coda di lucertola…occhio di rospo…ali di pipistrello…”…e poi la mia nonna dice che vi infilate nei capelli e che vanno tagliati tutti per farvi uscire…»
Rhino: «Ci sono tante leggende e false credenze su di noi. Non è vero che ci attacchiamo ai vostri capelli…a dire il vero non capisco nemmeno perché dovremmo farlo…
Il nostro volo basso può dare l’impressione che siamo diretti proprio verso la vostra testa, ma non è così. Inoltre, alcuni piccoli chirotteri appesi a testa in giù, prima di spiccare il volo si lasciano cadere per alcuni istanti dal punto in cui sono appollaiati…ma non vogliono di certo atterrare sulle vostre teste.
Prima che tu me lo chieda voglio dirti che se la mia pipì dovesse cadere sulla tua testa non diventeresti calva e poi noi pipistrelli non siamo ciechi, ci vediamo benissimo! Se porto sfortuna non lo so…ma la mia mamma mi diceva sempre che sono un capolavoro dell’evoluzione, l’unico mammifero in grado di volare attivamente e coi superpoteri!»
Carlotta: «I superpoteri?!? Vuoi farmi credere di essere un supereroe?»
Rhino: «Per muoverci di notte e catturare insetti, di cui siamo ghiotti, siamo aiutati da un senso in più. I classici 5 (udito, tatto, vista, odorato e gusto) non ci bastavano per muoverci nel buio più completo e quindi abbiamo sviluppato un sofisticato biosonar: emettiamo suoni di breve durata ed elevata frequenza (ultrasuoni), prodotti nella laringe ed emessi attraverso la bocca o il naso, e ne analizziamo costantemente l’eco di ritorno, formando nella nostra mente un’immagine dettagliata dell’ambiente che ci circonda. Questo sesto senso, chiamato ecolocalizzazione, funziona come un vero scanner sonico 3D!»
Carlotta: «Ma io non ho mai sentito questi suoni…»
Rhino: «La maggior parte delle specie di pipistrelli sono in grado di emettere e udire suoni con frequenza superiore a 20.000 Hz. Questi suoni non sono in grado di far vibrare il timpano dell’orecchio umano e quindi quando li emetto non puoi sentirmi.»
Carlotta: «E perché utilizzate proprio gli ultrasuoni e non suoni normali per ecolocalizzare?»
Rhino: «I motivi sono diversi: pochi altri suoni naturali sono così acuti e quindi non abbiamo interferenze che potrebbero confonderci…e poi la maggior parte degli insetti, le nostre prede, non sono in grado di udirli quindi se ci avviciniamo a loro non possono scoprirci.»
Carlotta: «Hai detto che la maggior parte delle specie di pipistrelli usano gli ultrasuoni…ma quante specie esistono?»
Rhino: «Nel mondo ci sono circa 1380 specie di Chirotteri, ognuna delle quali ha sviluppato particolari adattamenti. Esistono pipistrelli insettivori, carnivori, mangiatori di pesci, ematofagi, frugivori, nettarivori e mangiatori di polline. Il 70% delle specie conosciute si nutre di insetti e grazie a questo tipo di alimentazione ha conquistato la maggioranza delle regioni del pianeta, spingendosi a tutte le latitudini ad eccezione dei circoli polari. Tutte le 35 specie che ci sono qui in Italia sono insettivore: alcune preferiscono succose falene, altre si concentrano su croccanti coleotteri, ma in tante mangiano anche le zanzare.
I pipistrelli che mangiano la frutta sono invece esclusivi dei climi tropicali, mentre nei deserti si trovano i consumatori di nettare e polline. Esistono tre sole specie ematofaghe, che si nutrono solo di sangue per lo più di animali domestici, e vivono in America latina.
Anche le dimensioni possono essere molto variabili: i pipistrelli più grandi sono le volpi volanti, che possono raggiungere un’apertura alare di circa 2 metri e un peso corporeo di 1,5 chilogrammi, i pipistrelli più piccoli invece pesano solo 2-3 grammi. In Italia i pipistrelli più grandi sono le Nottole giganti, la cui apertura alare può raggiungere i 46 centimetri e il peso medio è circa 50 grammi. Le specie più piccole sono invece il pipistrello nano e il pipistrello pigmeo che pesano 3-4 grammi e hanno un’apertura alare massima di 25 centimetri.»
Carlotta: «Rhino, mi hai insegnato un sacco di cose sui pipistrelli e ora non mi fate più paura…»
«Rhino…Rhino…ti stai addormentando?!?»
Rhino: «Scusami, in questo periodo mi sveglio raramente e ora sono un po’ stanco. Di solito passo tutto l’inverno in ibernazione. La mia temperatura interna si abbassa, scendendo fino a 1-2°C sopra quella ambientale; il respiro rallenta (l’apnea può durare anche 60-90 minuti), insieme al battito del cuore (18-80 battiti al minuto contro i 250-450 durante i normali momenti di riposo e 800 durante il volo) e all’intero metabolismo.
Se la temperatura esterna scende al punto di congelamento (0°C), riesco a mantenere una temperatura corporea intorno ai 2°C, ma solo per breve tempo, dopodiché scatta un meccanismo automatico che mi risveglia, consentendo di spostarmi per trovare un rifugio più adatto. È proprio per questo che mi sono svegliato oggi…avevo tanto freddo e ho trovato questo nuovo rifugio qui nella tua cantina.»
Carlotta: «Ok Rhino, ti lascio riposare…ma quando ti potrò rivedere?»
Rhino: «Verso la fine dell’inverno, quando le giornate si allungano e le temperature si alzano…mi rivedrai volare a caccia di insetti! Di solito esco all’imbrunire e resto fuori buona parte della notte. Di giorno invece troverò un posto dove poter riposare tranquillo. Io sono un maschio e quindi passerò la bella stagione da solo o con qualche amico. Le femmine invece si riuniranno in colonie chiamate nursery per partorire e allevare i piccoli, allattandoli e insegnando loro a volare. Le rivedremo in giro a caccia di insetti ma staremo separati fino al successivo autunno quando ci riuniremo per accoppiarci.»
Carlotta: «Aspetta…un’ultima domanda…tu che specie di pipistrello sei?» „
Rhino: «Sono un Rinolofo minore!»
Disegno in anteprima realizzato da Roberta Chirichella
Immagini interne: di Studio Ayutaka il disegno dei pipistrelli a testa in giù e pipistrello sulle rocce di aaltair