Oppio, morfina ed eroina: note storiche e utilizzo terapeutico
Perchè oppio e morfina, ed in seguito l’eroina hanno condizionato la nostra società nel corso della storia? E qual è il loro utilizzo terapeutico?
Oppio, morfina ed eroina evocano in prima battuta l’uso voluttuario che se ne è fatto e ancora, sfortunatamente, se ne fa. In realtà vedremo, attraverso la storia dell’evoluzione dall’oppio alla morfina, per arrivare all’eroina, che sono ampiamente utilizzati in medicina, in particolare in terapia del dolore e anche in omeopatia.
La guerra dell’oppio: la storia
Intorno agli anni 40 dell’800 si verificarono contrasti tra gli inglesi che commerciavano con la Cina e che volevano, insieme con altre nazioni, penetrare nei territori cinesi, da sempre esclusi agli europei, per praticarvi il commercio. Nel 1839 un fatto scatenò la guerra nota come “guerra dell’oppio”.
L’imperatore Taokuang fece distruggere nel porto di Canton 20000 casse di oppio importato dagli inglesi. L’Inghilterra inviò una flotta che occupò Canton e la vicina isola di Chushan.
La superiorità militare inglese ebbe ben presto ragione dei cinesi. L’imperatore fu costretto a firmare il trattato di Nanchino (1842) con il quale oltre a versare un indennizzo agli inglesi per l’oppio distrutto, si consentiva di fatto la penetrazione commerciale inglese a Canton, Shangai ed altri porti, nonché la cessione di Hong-Kong.
Malgrado gli accordi tuttavia la Cina non legalizzò il traffico dell’oppio, dando origine ad un diffuso contrabbando e ad una successiva guerra (1858) che portò al permesso per Inglesi e Francesi di commerciare e coltivare l’oppio.
Gli umilianti accordi del trattato di Nanchino inoltre ferirono l’orgoglio cinese e diedero spunto al sorgere di sentimenti nazionalisti e xenofobi che sfociarono nelle rivolte di Taiping (1850-1864) e dei Boxer (1899-1901).
Morfina
La morfina è il più importante alcaloide presente nell’oppio ed è quello contenuto in maggior quantità.
La percentuale di morfina nell’oppio varia da 8/17 % fino al 25 % in alcune varietà.
La morfina è prodotta nelle prime fasi del ciclo vitale del Papaver somniferum. Si passa in seguito alla estrazione e produzione di codeina, tebaina e altri oppioidi.
Il suo utilizzo in medicina è prevalentemente come analgesico. Causa assuefazione rapidamente, con la conseguente necessità di dover aumentare le dosi per ottenere l’effetto analgesico voluto. Ne consegue una dipendenza sia fisica che psicologica.
Già nel 1522 Paracelso parla di un elisir che chiama “laudano”, a base di oppio, fortemente antidolorifico.
Nel 18° secolo un altro oppiaceo chiamato laudano ebbe molto successo.
Un farmacista tedesco, Friedrich Serturner scoprì la morfina, così chiamata da Morfeo, dio del sonno. Nel 1817 pubblicò la sua celebre opera: “Uber das Morphium etc….” Egli notò sia gli effetti positivi ma anche gli effetti collaterali pericolosi.
Eroina ( Diacetilmorfina )
L’eroina è una droga semisintetica. Si ottiene dalla morfina per reazione della morfina con anidride acetica.
Nel 1874 fu sintetizzata per la prima volta e commercializzata come analgesico. In seguito fu tolta dal mercato per la sua capacità di determinare tolleranza acquisita cioè la necessità di assumere dosi sempre maggiori per ottenere l’effetto desiderato.
Come agiscono gli oppiacei?
Il nostro organismo produce delle sostanze oppioidi endogene dette endorfine che sono simili chimicamente ai derivati dell’oppio.
Morfina ed eroina agiscono sul SNC con un meccanismo simile a quello delle endorfine, ma con effetti molto più potenti.
Le endorfine sono composti chimici organici, sono secrete dall’ipofisi, con azione simile a quella degli oppiacei, hanno un ruolo come analgesici e nei processi di apprendimento e memorizzazione.
Le endorfine sono in grado di procurare uno stato di euforia o di sonnolenza più o meno intensi a seconda della quantità rilasciata.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali provocati dall’uso di oppiodi ed in particolare della morfina, troviamo:
- in caso di dose eccessiva, la depressione del sistema respiratorio per depressione del centro del respiro a livello centrale e la depressione del sistema circolatorio.
- A dosi terapeutiche gli effetti collaterali riguardano la riduzione della motilità intestinale, con conseguente costipazione, miosi ovvero pupilla ristretta, confusione mentale, nausea e mal di testa.
- Per l’uso prolungato possono emergere anche perdita di peso, anoressia, vari disturbi intestinali, inibizione degli ormoni sessuali, impotenza e blocco del ciclo mestruale.
Per questa ragione un’intossicazione acuta da morfina va seguita in rianimazione e con la somministrazione endovenosa di naloxone, un efficace antagonista dei recettori oppioidi. Edema polmonare, infarto e blocco intestinale possono essere altre gravi complicazioni associate a un’overdose.
Utilizzo terapeutico: la terapia del dolore
Nel sito dello IEO si legge in merito alla terapia del dolore: “La terapia del dolore è una disciplina della medicina che si occupa della diagnosi e della cura del paziente affetto da sintomatologia dolorosa acuta e cronica. In questa specialità il termine curare riacquista il suo significato più vero di “prendersi cura della persona”.
La funzione del dolore è legata alla necessità di segnalare la presenza di una lesione o un’alterazione in atto nell’organismo. Nella maggior parte dei casi rappresenta, quindi, “il campanello d’allarme” di un danno che l’organismo sta per subire e consente di attuare dei meccanismi fisiologici di difesa. Ma quando il dolore continua nel tempo, pur essendo guarita la malattia iniziale, esaurisce la sua funzione di sintomo iniziale utile diventando esso stesso una vera e propria malattia.
Numerose sono le patologie che possono essere causa scatenante iniziale di un dolore cronico, che se non viene trattato tempestivamente può provocare nel paziente anche ansia e depressione, condizionando la sua qualità di vita.”
Le patologie di competenza sono:
- il dolore neoplastico;
- il dolore neuropatico;
- il dolore cronico muscolo-scheletrico;
- il dolore ischemico;
- le cefalee.
Nei casi descritti il Ministero della Salute ha approvato un elenco di farmaci suddiviso in base alla “profondità” dell’intervento analgesico da effettuare. Tanto più il dolore è severo e tanto più il farmaco è incisivo.
Dal punto di vista legislativo la prescrivibilità di tali terapie è tanto più restrittiva quanto maggiore è il rischio di tolleranza, che, come visto sopra, è la necessità di assumere dosi sempre maggiori per ottenere l’effetto desiderato.
Morphinum (morfina) in omeopatia
In omeopatia, come ricordo sempre, vige il detto il simile cura il simile, pertanto Morphinum è utilizzato in caso di:
- shock postraumatico con agitazione psicomotoria;
- crisi maniacale;
- svenimento e vertigini;
- crampi muscolari;
- crisi epilettoidi
- epilessia in associazione con Conium maculatum (leggi il nostro articolo sulla cicuta o Conium M.)
Questo articolo nasce dalla collaborazione tra gli autori:
- Carla Guzzetti per la parte storica,
- Barbara Catozzi per la parte farmacologica.
Immagine esterna: Close up of flowers and seed pod of opium poppy, Papaver somniferum di AlessandroZocc
Immagine interna: pipa da oppio di Tethys Imaging LLC
Immgine interna: Opium poppies heads production in Afghanistan. Afghan opium poppy cultivation di Radovan1
Immagine interna: Medicinal herbs lovely containers in french shop – Sage, opium, great mullein, arnica di patronestaff
Bibliografia: https://www.ieo.it/it/PER-I-PAZIENTI/Il-paziente-al-centro/La-terapia-del-dolore/